Page 96 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                papa Silvestro intervenne personalmente su Ascanio da Costanza,
                comandante delle  truppe  imperiali,  allorché  entrò in  città  con  i
                rinforzi giunti dall’Italia Settentrionale e gli impedì di svuotare
                Roma della sua popolazione, disperdendola nelle campagne della
                Tuscia, per ripopolare Roma con gente nuova proveniente dalle
                valli del Po, del Rodano e del Reno.
                   A che serviva tanta vendetta? Il grande progetto, vasto quanto
                il mondo, era crollato con la morte del giovane imperatore! La
                “renovatio imperii” restava una pia illusione!
                   No!  Non  voleva  passare  alla  storia  come  sterminatore  dei
                Romani, nonostante meritassero una simile sorte.
                   La morte sopraggiunse improvvisa nella primavera dell’anno
                successivo,  nel  dodicesimo  giorno  del  mese  di  maggio.  Arrivò
                con  passi  felpati,  quasi  un’insondabile  stanchezza.  E  anche  in
                questo  caso  si  sospettò  l’avvelenamento,  poiché  quel  papa
                cinquantatreenne era sano e pieno di energie. Fu sepolto tra molti
                onori,  dopo  una  magnifica  cerimonia  nella  basilica  di  San
                Giovanni in Laterano.

                   Nel suo breve mandato Silvestro II fu un papa implacabile nei
                confronti nei confronti di tre nemici interni della Chiesa, che da
                troppo tempo ne corrodevano le fondamenta: la simonia, ovvero
                la  corruzione  dilagante;  il  nicolaismo,  ovvero  il  concubinaggio
                dei  sacerdoti,  e  l’ignoranza  del  clero  che,  sovente,  aveva
                difficoltà a recitare il “Pater Noster” in latino!
                   Piante dalle radici profonde, simili alla gramigna, difficili da
                estirpare, che avrebbero continuato ad infestare il grande campo
                di  Santa  Romana  chiesa,  soprattutto  la  simonia  nel  millennio
                verso il quale quel papa traghettò fiducioso l’umanità, nonostante
                l’isteria collettiva che ravvisava la fine del mondo il 31 dicembre
                dell’anno Mille.
                   E fu davvero sommo pontefice: massimo traghettatore.
                   In  quei  giorni  memorabili  tutte  le  chiese,  tanto  in  Oriente
                quanto in Occidente, debordavano di fedeli in preghiera, poiché
                aleggiava la convinzione della fine imminente attestata dai padri
                della  Chiesa  di  generazione  in  generazione  e  preconizzata  da
                oscure profezie. Si era diffusa la superstizione che non ci sarebbe
                stata  l’alba  del  nuovo  millennio:  vescovi,  presbiteri,  monaci
                erano propensi a credere che il sole non si sarebbe più affacciato
                sul mondo il 1° gennaio dell’anno 1001! Convinzione che faceva
                ridere  un  uomo  di  scienza,  grande  astronomo,  come  papa


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