Page 91 - I templari e il filo segreto di Hiram
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veramente importante. Gli impegni religiosi e civili non
gl’impedirono di accudire personalmente l’inventario del grande
scriptorum dai pregiati manoscritti che gli permisero la stesura di
un importante trattato di geometria: il “De sphaerae
constructione”.
In quei tempi la lingua greca era ormai dimenticata in tutta
l’Europa Occidentale, ma con Gerberto i monaci ripresero a
leggere Aristotele, Platone e Demostene nella loro lingua
originale e ne curarono preziose traduzioni in latino.
Fu un’esperienza intensa, seppure di breve durata, poiché
l’imperatore lo volle a Reims, città estremamente importante per
gli interessi imperiali, dove fu accolto a braccia aperte
dall’arcivescovo Adalbero. Quella città, infatti, era in bilico tra la
Francia e la Germania, capitale decaduta dell’antico regno della
Lotaringia, e si trovava al centro di trame, ambizioni, complotti.
Non a caso Gerberto cercò, a fianco dell’arcivescovo, di
contrastare l’ascesa di Ugo Capeto, fatale alla dinastia dei
Carolingi, e fu forse l’unico a intravedere lucidamente le
conseguenze di una simile ascesa, poiché un forte re di Francia
avrebbe minato per sempre l’unità dell’impero sacro, romano e
germanico.
Quando nell’anno del Signore 988 morì l’arcivescovo
Adalbero, inevitabile affiorò lo scontro per la successione
nell’ambita cattedra. A contenderla furono Gerberto e Arnolfo,
figlio illegittimo del re Lotario, e scoppiarono disordini nelle vie
cittadine. Allora, per dirimere la questione, fu convocato un
sinodo a Saint-Basles-les-Reims, che sentenziò a favore di
Gerberto. Ma Arnolfo non era il tipo da desistere facilmente!
Si recò a Roma, a protestare, e qui invocò l’appoggio del
sommo pontefice Giovanni XV ottenendo il risultato che si era
prefissato: la scomunica dell’avversario e dei suoi sostenitori.
Fu allora, per la prima volta, che venne formulata nei
confronti di Gerberto l’accusa di “gnosi esoterica” quale cultore
di alchimia, astronomia, esclusa l’astrologia, e scienze occulte tra
le quali, all’epoca, rientrava lo studio delle leggi fisiche che
regolano il mondo.
Ma Gerberto aveva pure lui il suo importante protettore:
l’imperatore! Ottone III, figlio del suo discepolo, intervenne
immediatamente e si addivenne ad un compromesso. La
scomunica fu ritirata e se ad Arnolfo furono riconosciuti i diritti
sulla cattedra arcivescovile di Reims, a Gerberto fu assegnata una
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