Page 89 - I templari e il filo segreto di Hiram
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mezz’aria tra le arcate e l’acqua tumultuosa che vi scorreva sotto.
E, in tal modo, sfuggì agli inseguitori.
Altre leggende, meno fantasiose, ma non per questo più
attendibili, riferiscono che i due giovani studenti avventurosi
furono catturati e legati alla macina di un frantoio per sei mesi
dalle parti di Toledo. Un’altra, straordinaria, accenna a un
servizio prestato come paggi presso un fantasioso cavaliere
errante, un po’ pazzo, che in mancanza di avversari caricava i
mulini a vento sui desolati altopiani della Meseta.
Ad ogni modo Gerberto e Uberio arrivarono a Cordoba, che
all’epoca costituiva il “cuore intellettuale dell’Europa”: crogiolo
di maestri musulmani, ebrei e cristiani. Nessun’altra città poteva
competere con il dinamismo intellettuale di Cordoba, superiore a
Saragozza, neppure Costantinopoli!
Ma non fu sicuramente un’esperienza positiva, se Gerberto,
divenuto papa, maturò per primo il progetto di una grande
crociata che avrebbe dovuto spingersi ad Oriente e a Occidente: a
Oriente con lo scopo di liberare Gerusalemme e il Santo
Sepolcro; a Occidente di cacciare gli Arabi dalla penisola iberica.
Documentazioni storiche più precise su Gerberto accennano a
due lunghe soste a Barcellona e nella città di Vich, dove fu
apprezzato lettore delle sacre scritture. Ma altre lezioni
evidenziavano il suo interesse per le scienze, in particolare la
matematica e l’astronomia, con conoscenze eccezionali per quel
periodo. Già allora raccoglieva libri rari e si dotava di strumenti
per l'osservazione diretta e lo studio delle stelle, incluso
probabilmente il cannocchiale, molti secoli prima di Galileo
Galilei. Anche nei confronti dei testi sacri aveva un
atteggiamento innovativo, rispetto alla tradizionale esegesi. Per
questo motivo la sua fama si diffondeva nelle contee di
Barcellona e di Tortosa, le future Catalogna e Occitania. La sua
cultura enciclopedica lo portava a interessarsi al diritto e alla
politica: conoscenze gli permisero di mettersi al servizio di
personaggi potenti come consigliere e gli aprirono le porte a
cariche ecclesiastiche di primissimo piano, nonostante fosse nato
in una povera famiglia.
La sua carriera cominciò a Vich, dove la sua vasta cultura non
sfuggì al vescovo Attone, che lo volle al suo fianco nel viaggio
che aveva in animo d’intraprendere per Roma. Un viaggio che
per Gerberto si sarebbe rivelato di decisiva importanza.
Il terzo “bivio pitagorico”.
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