Page 86 - I templari e il filo segreto di Hiram
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UN PAPA ESOTERICO:
UN PAPA PER L’EUROPA
Papa Silvestro II fu, per certi versi, il “Leonardo da Vinci”
dell’anno Mille.
Il secolo X era stato il periodo peggiore del papato, giacché
troppe volte il soglio di Pietro era stato profanato da avventurieri
e, anche, da puttanieri, ladri e assassini; ma a traghettare nel
nuovo millennio la Chiesa e l’umanità occidentale toccò a un
genio, in seguito totalmente dimenticato.
Alla morte di Gregorio V, il primo papa tedesco, il 18
febbraio dell’anno 999, fu acclamato papa un francese: Gerberto
d’Aurillac, che prese nome di Silvestro II.
In quegli anni, nonostante i continui scandali, l’autorità del
papa era immensa e si estendeva su tutta l’Europa Occidentale ad
eccezione della penisola iberica e della Sicilia in balia all’Islam.
A quell’epoca il successore di Pietro non veniva votato in un
conclave, ma era scelto dall’altra autorità presente in Europa:
l’imperatore del Sacro Romano Impero.
Gerberto, nato nel 950 da un’umile famiglia contadina, era
stato il precettore del giovane imperatore Ottone II che gli era
rimasto amico; pertanto, alla morte di Gregorio V, la
riconoscenza imperiale non aveva tardato a manifestarsi!
Per certi versi la storia di Gerberto d’Aurillac è esemplare:
Entrato nel monastero di San Geroldo, ad Aurillac, nella sua
città natale che a quel tempo era anche capitale dell’Alvernia,
Gerberto palesò ben presto le sue doti d’intelligente scolaro e
l’abate lo prese a benvolere. Proprio in quel monastero viveva il
protocellulario Eusebio, che era stato a Creta, Cipro e
Gerusalemme, tra i pochi in Francia a conoscere il greco, l’arabo
e l’ebraico, e lo gradì come suo discepolo.
Nel 967 il conte Borrel, signore di Urguel, passò per quel
monastero e fu colpito dalla vivace formazione culturale di
Gerberto, al punto che lo volle al suo seguito, tanto più che
necessitava d’interpreti per i commerci che intratteneva con gli
Arabi di Spagna.
Fu il primo “bivio pitagorico” in cui incappò il futuro papa!
“Nella vita di ogni uomo!” sosteneva infatti Pitagora
“Accade di giungere a un bivio, a volte senza nemmeno
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