Page 81 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     L’Unione  Europea,  stravolta  da  una  nuova  e  immane
                invasione barbarica: dodici le stelle originarie sulla sua bandiera
                e la Turchia, ventre molle sospeso su due continenti, palesemente
                la mezzaluna ai suoi piedi.
                     Oggi  davvero  la  luna  acquisisce  sempre  di  più  il  colore
                rosso del sangue, per l’inquinamento atmosferico, l’effetto serra.
                E  molte  sorgenti  sono  diventate  amare,  dello  stesso  sapore
                dell’assenzio,  per  le  falde  acquifere  intaccate  da  troppi  veleni
                sparsi  a  piene  mani  dalla  demenzialità  umana.  E  gli  animali
                muoiono, la natura avvizzisce.
                     Che sia davvero imminente la fine dei tempi?
                     Ad  ogni  modo,  dopo  l’avvento  di  Costantino  pareva
                prossima  la  fine  del  mondo!  Una  civiltà  crollava,  corrosa  alle
                radici dal trionfo di una religione nuova, giudaica, che rifuggiva
                dalla  razionalità  greca  per  immergersi  nella  superstizione,  che
                negava la realtà per rifugiarsi nella fantasia di un paradiso al di là
                della morte. In un simile contesto fu incommensurabile l’apporto
                dall’Apocalisse di san Giovanni: una spallata inconfutabile alla
                civiltà universale dell’impero romano. Un terremoto che scosse
                le coscienze fino alle fondamenta.
                     “Preparatevi: i tempi sono imminenti!” urlavano sacerdoti
                invasati, sempre più consapevoli del nuovo, immenso potere che
                andavano  acquisendo,  superiore  e  più  coinvolgente  di  quello
                imperiale.  Una  parola  correva  nelle  vie  e  nelle  piazze  di  un
                Impero un tempo grande e ora stremato, svuotato, sprofondato in
                un interminabile crepuscolo: “Si salvi chi può!”
                     Via dalla civiltà! Dove? Nei deserti, nelle selve.
                     Non  più  amplessi,  non  più  figli,  ma  la  masturbazione
                dell’estasi: accorate preghiere quotidiane rivolte a un Dio unico e
                trino, aberrazione teologica, giudice severo e assoluto che divide
                implacabile la crusca dalla farina.
                     La  prima  regione  a  essere  investita  dal  fenomeno  del
                monachesimo  fu  la  valle  del  Nilo,  chiusa  tra  i  deserti,  dove
                sorsero autentiche città formicolanti di solitari anacoreti.
                     Un’epopea!  Un  delirio  collettivo!  Un’esaltazione  isterica
                senza eguali nella storia.
                     Non  più  riunioni  segrete  sotto  le  stelle,  secondo  le  fasi
                lunari,  come  accadeva  nei  riti  misterici,  per  poi  tornare  alla
                normale  vita  civile  il  giorno  dopo;  ma  una  fuga  dal  mondo,
                definitiva.




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