Page 77 - I templari e il filo segreto di Hiram
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SULL’APOCALISSE E SUL
MONACHESIMO
Lentamente, inevitabilmente i riti iniziatici si dissolsero nel
vento nuovo della storia, generato da Oriente, più precisamente
da Gerusalemme, quando tre croci si alzarono sull’orizzonte in
prossimità del crepuscolo, in un giorno di vigilia pasquale. Ben
presto, più la nuova religione si faceva albero imponente, più
essiccavano gli arbusti alla sua ombra.
L’unico culto misterico che si protrasse avanti nel tempo,
fino al VI secolo, fu l’Orfismo. Si trovano infatti chiari cenni ai
miti di Orfeo nell’iconografia cristiana delle origini.
Infine subentrò il silenzio e dilagò il monachesimo.
Si trattò di un movimento imponente che, ineluttabilmente,
finì per accelerare la crisi dell’impero romano accentuando lo
spopolamento delle città, già in difficoltà demografica per il calo
delle nascite e per il diffondersi di terribili epidemie.
Una prima documentazione di queste pandemie risale
all’imperatore Marco Aurelio, contagiato e morto a Ratisbona.
Un’altra terribile pestilenza, paragonabile alla “morte nera” del
XIV secolo, sconvolse l’intero bacino del Mediterraneo ai tempi
dell’imperatore Giustiniano: un contagio dalle dimensioni
apocalittiche, che annoverò tra le vittime più illustri la stessa
imperatrice Teodora.
Queste terrificanti pestilenze alimentarono le visioni
escatologiche, dalle quali erano avulsi Greci e Romani, ma già
insite nel giudaismo (il libro di Enoch) e trasmigrate
prepotentemente nel cristianesimo.
Il trionfo del “libro dell’Apocalisse” (lo svelamento),
attribuito a San Giovanni evangelista nonostante la totale
mancanza di documentazione storica, fu la più importante di
queste visioni di “fine del mondo”, ma non l’unica.
A partire dal II secolo si diffusero vari “Svelamenti degli
ultimi giorni”, tanto cristiani quanto ebraici. Oltre all’Apocalisse
di San Giovanni, come fu definito fin dall’inizio dai Padri della
Chiesa il più importante di questi libri, sono è noto un Apocalisse
attribuito a Clemente di Alessandria e un altro a San Pietro
(l’Apocalisse di Pietro). Vi è poi un “Apocalisse di Abramo”
scritto da Abramo Epifanio e, un altro di origine giudaica:
“l’Apocalisse di Elia”.
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