Page 72 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 72
pagina n.71 420451_LAVORATO.pdf
neppure i regni successivi di Gerusalemme, per certi versi simili
a quelli siriaci, assiri e mesopotamici, riuscirono a cancellare o
sopire.
Diversamente dalla cultura greca, nella tradizione giudaica
la prima città fu forgiata da Caino e nelle città si consumano i
peggiori peccati.
Non a caso l’ira divina spazzò via le cinque città della valle
di Siddim, tra le quali Sodoma e Gomorra, poiché impregnate di
ogni vizio, trasformando un paradiso terrestre in un luogo
infernale, per l’eternità. Un evento da collegarsi, probabilmente,
alla caduta di un meteorite.
Ancora prima della fuga in Egitto il deserto, con le sue
caratteristiche positive e purificatrici, viene indicato come terra
d’origine delle dodici tribù d’Israele. Non a caso, ancora oggi la
festa delle Capanne rievoca quel rapporto originario, mai
dimenticato.
Ma anche nella cultura cristiana, nonostante il battesimo,
rito d’iniziazione per eccellenza, sia pubblico e urbano, il deserto
acuisce una Valenza peculiare.
Giovanni, precursore di Gesù, predicò nel deserto, vagò nei
luoghi più inospitali della Perea e vi sopravvisse nutrendosi di
bacche, radici e insetti.
A sua volta lo stesso Cristo all’inizio della sua predicazione
trascorse quaranta giorni nel deserto: tanti quanti gli anni di
Mosè nel deserto del Sinai, con la moltitudine della sua gente!
Gli stessi Esseni, i puri, che costituivano solitarie comunità
nelle desolate rive del Mar Morto, in fuga dall’ellenizzazione che
fagocitava o intaccava le città della Palestina, inclusa la santa
Gerusalemme.
Ipotesi recenti, suffragate da studi sui rotoli del “mar
Morto”, tendono ad accreditare San Giovanni Battista come un
esseno, forse allontanato dalla sua stessa comunità per il suo
radicalismo.
In seguito, con il diffondersi e il trionfare del cristianesimo,
nel clima d’isteria teologica che scosse il mondo, il deserto
acquisì una dimensione peculiare: divenne il luogo dove
rifugiarsi, dove incontrare il demonio e anche dio. Il luogo
d’iniziazione per eccellenza: un’iniziazione lunga quanto la vita
stessa, per la preparazione alla vita “vera”, quella ultraterrena. Fu
una gara a chi s’isolasse maggiormente. Santo cielo, c’era di
71