Page 90 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                   A  Roma,  città  un  tempo  grande  e  ora  ridotta  a  misero
                villaggio  tra  monumenti  imponenti,  Gerberto  s’inginocchiò  al
                cospetto  di  papa  Giovanni  XIII  e  ricevette  l’onore  d’essere
                introdotto  alla  corte  imperiale  di  Ottone,  che  in  quei  giorni
                soggiornava nella città eterna. A dischiudergli quella porta fu lo
                stesso  vescovo  Attone,  che  desiderava  stupire  l’augusto
                personaggio  con  la  cultura  sfoggiata  dal  chierico  che  lo
                accompagnava. Pare che molti cavalieri ridessero delle parole di
                Gerberto,  fino  a  lacrimare,  allorché  descrisse  la  terra  tonda,
                simile a una grande mela; ma l’imperatore lo fissava pensieroso,
                non rideva e denotava un vivo interesse. E fu così che Gerberto,
                all’età di ventun’anni, venne accolto nella corte imperiale e per
                diventare  addirittura  precettore  del  figlio  dell’augusto
                imperatore.
                   Ultimato  il  servizio  come  precettore  imperiale,  Gerberto
                approdò a Reims, che all’epoca era la più importante città della
                Francia,  poiché  nella  sua  cattedrale  venivano  incoronati  i  re  di
                quel regno. E proprio dall’ambone di quella cattedrale Gerberto
                tenne dotti insegnamenti sulla patristica: dissertazioni sottili dove
                sfoggiava la sua vasta cultura, ma dov’era anche facile scivolare
                nell’eresia,  con  tutte  le  conseguenze  che  potevano  derivare.  In
                più di un’occasione l’arcivescovo Adalbero, noto con il familiare
                soprannome  di  Adalberone,  lo  difese  dall’accusa  di  eresia
                definendolo  il  più  degno,  tra  i  canonici  della  cattedrale,  a
                disquisire  sui  padri  della  Chiesa  come  Tertulliano,  Origene,
                Agostino e Girolamo.
                   Il ritorno di Gerberto in Italia coincise con una famosa lezione
                a  Ravenna,  di  fronte  al  giovane  imperatore  Ottone  II,  che  era
                stato  suo  discepolo.  Di  quella  lezione  si  conosce  il  titolo:  “il
                sistema coerente delle scienze”.
                   Da  Ravenna  Gerberto  seguì  la  corte  imperiale  fino  a  Roma
                dove,  all’età  di  33  anni,  fu  nominato  abate  presso  l’abbazia  di
                Bobbio, che all’epoca figurava tra i più prestigiosi monasteri al
                mondo, tra i monti dell’Appennino Emiliano.
                   Per la  verità, in  quegli  anni  quel  vasto  complesso abbaziale
                soffriva di una grave decadenza per la gestione sconsiderata dei
                precedenti  abati,  rampolli  di  nobili  famiglie  piacentine  e
                parmensi,  più  interessati  alle  feste  e  alle  donne,  che  alle  sante
                messe e alla vita claustrale.
                   L’incarico di abate includeva anche la carica civile di conte di
                un vasto territorio e Gerberto si trovò di fronte al primo incarico


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