Page 341 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                soprattutto  ai  Templari,  giacché  molte  fortezze  che  un  tempo
                appartenevano a loro: il Kraac di Moab, Montréal, Gaza, Safed e
                Toron  furono  escluse  dalle  trattative  e  rimasero  in  possesso  ai
                Saraceni.  Anzi,  era  loro  impedito  di  potenziare  fortezze
                importantissime  come  il  Chastel  Blanc  e  le  fortificazioni  di
                Tripoli e Tortosa.
                    L’Oriente non fu mai tanto diviso!
                    Da una parte stava Federico, sostenuto dai cavalieri teutonici
                (come  poteva  essere  diversamente,  trattandosi  di  cavalieri
                tedeschi?), i quali addirittura si atteggiavano a guardia pretoriana
                dell’imperatore, dai Pisani e dagli Amalfitani desiderosi soltanto
                di commerciare. Dall’altra, a fianco del legato pontificio, erano
                schierati i Templari, gli Ospedalieri, i baroni locali, i Genovesi e
                i Veneziani, invidiosi dei privilegi commerciali accordati ai loro
                rivali.
                    Le  tensioni  sfociarono  nell’occupazione  della  fortezza
                templare  di  Chateau-Pélerin  da  parte  dei  cavalieri  di  Federico;
                ma l’immediata la reazione di Pierre de Montaigu costrinse gli
                intrusi alla ritirata.
                    L’astio dell’imperatore verso i Templari si manifestò appena
                tornò a casa: sbarcò a Brindisi il 10 giugno 1229 e non tardò a
                decretare  la  confisca  di  tutte  le  proprietà  dei  Templari  e  degli
                Ospedalieri nel suo regno, peraltro già saccheggiate.
                    Soltanto l’anno successivo, quando il papa e l’imperatore si
                conciliarono  con il trattato  di  San  Germano,  si  convenne  che  i
                beni sequestrati tornassero a legittimi proprietari. Ma gli accordi
                non  vennero  rispettati.  L’imperatore,  forse  irritato  dalla
                coalizione guelfa che andava consolidandosi a suo danno, prese a
                tergiversare, facendo orecchie da mercante alle sollecitudini che
                gli giungevano da Roma e dall’Oriente.
                    Le  ultime  scintille  tra  Federico  II  e  i  Templari  si
                consumarono  in  Oriente,  quando  ad  Acri  sbarcò  un  esercito
                imperiale, il cui scopo non era la conquista del Santo Sepolcro,
                ma  vigilare  affinché  nessuno  infrangesse  la  fragile  tregua
                stipulata  con  il  sultano  d’Egitto.  Il  compito  del  maresciallo
                imperiale,  Riccardo  Filangeri,  comandante  di  quell’armata,
                consisteva nel tenere a freno i Templari, gli Ospedalieri e baroni
                locali.
                    In un simile conteso i Saraceni divennero degli alleati.




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