Page 337 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                nel  castello  di  Monzon,  sotto  la  guida  del  gran  precettore  del
                Tempio Guglielmo di Monterdò.
                    Per questo motivo Guillaume de Chartres si può configurare
                come saggio stratega, dotato di grande temperanza, che mischiò
                le acque del Tago e dell’Ebro con quelle del Giordano e del Nilo!

                    Intanto l’indomito papa Onorio III non si era perso d’animo
                ed  era  riuscito  a  organizzare  una  nuova  spedizione  che,  questa
                volta, investì l’Egitto e portò all’assedio di Damietta, roccaforte
                islamica sulla foce del Nilo, porta d’accesso all’Egitto.
                    Questa  volta  la  crociata  non  era  affidata  a  un  re,  a  un
                marchese o a un generale, ma a un cardinale: il legato pontificio
                Pelagio.
                    Durante l’assedio della città quaranta Templari tentarono di
                forzare il blocco fluviale sul Nilo; ma la sortita fallì e i Templari
                non esitarono ad affondare le imbarcazioni che si erano riempite
                di nemici, sulle quali si combatteva furiosamente, morendo con
                loro.
                    L’anno  successivo,  il  1219,  il  sultano  dell’Egitto  Malik  al-
                Kamil  avanzò  la  proposta  di  togliere  l’assedio  di  Damietta  e
                sgombrare l’Egitto in cambio della restituzione di Gerusalemme.
                    Giovanni  di  Brienne,  re  di  Gerusalemme,  palesò  grande
                entusiasmo,  deciso  ad  accettare;  ma  il  legato  pontificio  era  di
                diverso avviso, sostenuto in questa scelta dagli Ospedalieri e dai
                rappresentanti delle repubbliche marinare italiane, favorevoli al
                proseguimento  della  guerra  per  fini  commerciali.  Anche  i
                Templari  condividevano  l’opinione  del  legato  pontificio,  per
                motivi strategici: reputavano indifendibile Gerusalemme senza il
                controllo  dell’Egitto  o  della  Siria.  Durante  quella  campagna
                erano soliti affermare saccenti: “chi comanda al Cairo, comanda
                a Gerusalemme!”
                    Già centoventi anni prima Landolfus de Sancto Paolo riferiva
                nell’Historia Mediolanensis che l’energico arcivescovo Anselmo
                IV da Bovisio intendeva portare i suoi Lombardi a occupare la
                Babilonia  Carri,  ovvero  il  Cairo,  in  Egitto,  avendo  intuito  che
                proprio  il  controllo  dell’Egitto  costituiva  la  “chiave  di  volta”
                delle Crociate.
                    Fu così che l’assedio continuò e Damietta e questa volta non
                fu  una  battaglia  ad  essere  fatale  ai  “Latini”,  ma  una  terribile
                pestilenza che investì il campo cristiano nella torrida estate.



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