Page 336 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                fortezza di Baghras, motivo d’interminabili contese e scontri con
                il regno cristiano della “Piccola Armenia”.
                    L’anno successivo il nuovo papa Onorio III bandì, tramite il
                IV  Concilio  Lateranense  (novembre  1215),  la  Quinta  Crociata:
                un’impresa che fu possibile allestire grazie ai denari forniti dal
                Tempio  di  Parigi.  Ma  la  nuova  spedizione  si  concentrò  sulla
                conquista  della  Siria,  invece  di  puntare  verso  Gerusalemme,  e
                non arrecò i risultati sperati.
                    La  reggenza  di  Guillaume  de  Chartres  fu  caratterizzata  da
                una  frenetica  attività  edilizia,  concentrata  sulla  costruzione  di
                magnifiche chiese e possenti castelli difficilmente espugnabili.
                    Nel 1218 i Templari trasformarono la città di Cesarea in una
                loro  roccaforte  e  a  Giaffa  costruirono  la  poderosa  fortezza  di
                Athlit,  comunemente  nota  con  il  Chateau-Pélerin,  ritenuta
                inespugnabile per la formidabile posizione sul mare. Ben presto
                questa  fortezza  divenne  la  loro  principali  base  in  Galilea:  un
                castello  separato  dalla  terraferma  da  un  profondo  fossato,  con
                poderosissime torri tanto in direzione del mare quanto verso la
                terraferma;  disponeva  anche  di  un  approdo  interno  in  grado  di
                accogliere grosse navi e permettere facili rifornimenti in caso di
                assedio.
                    In quegli anni i Templari si distinguevano anche in Spagna,
                dov’erano  presenti  in  tutte  le  battaglie,  con  importanti
                riconoscimenti. Nella famosa battaglia di Las Naos di Tolosa nel
                16  luglio  1212,  la  più  importante  e  determinante  vittoria  delle
                forze cristiane in terra di Spagna, i Templari giocarono un ruolo
                di primo piano: artefici di cariche travolgenti di cavalleria, che
                portarono allo sfondamento delle linee nemiche. Lo stesso loro
                comandante,  gran  precettore  dell’Ordine  in  Aragona:  Gomez
                Ramirez,  cadde  in  combattimento.  Gli  anni  successivi,  cruciali
                per  il  destino  della  monarchia  aragonese  dopo  la  morte  in
                battaglia  di  Pietro  II  nella  battaglia  di  Muret  del  14  settembre
                1213,  che  suggellò  la  fine  della  civiltà  occitana  e  la  conquista
                della  Linguadoca  da  parte  della  monarchia  francese,  videro  la
                discesa  in  campo  dei  Templari,  almeno  sul  piano  diplomatico.
                Furono essi ad intervenire presso il papa, al fine di ottenere la
                liberazione  del  figlio  del  re  morto,  di  nome  Giacomo,  che
                all’epoca aveva cinque anni, tenuto prigioniero a Carcassonne. E
                in seguito il futuro re d’Aragona restò sotto la tutela dei Templari
                per volere della regina madre, affinché lo protessero e istruirono



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