Page 245 - I templari e il filo segreto di Hiram
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di passaggio in quella città e bruciato sul rogo.
Dalla scarsa documentazione esistente si evince che questi
gruppi caratterizzati dal “libero pensiero” in “liberi costumi” che
rivalutavano la filosofia edonistica di Epicuro, si riconoscevano
in un panteismo deistico vago, identificato in un’Intelligenza
Suprema immanente nel mondo, e confidavano nella redenzione
operata dal Cristo, che restituiva purezza all’umanità intera. Si
addiveniva quindi a un’ingenuità adamitica che tendeva a
tollerare, se non ad esaltare, ogni azione generata dal desiderio
dei sensi.
Ad ogni modo il movimento del libertinaggio, più
correttamente dei “confratelli del libero pensiero”, costituì un
autentico baluardo di fronte alla controriforma cattolica in piena
offensiva per la difesa della regione, il rispetto della dignità
umana e della ricerca scientifica cara a Copernico e Galileo.
Si trattava di confraternite segrete, alle quali partecipavano
numerosi letterati, medici, filosofi, influenti uomini politici e
anche abati, soprattutto in Francia. Il loro scopo non era soltanto
d’incontrarsi, discutere con la presentazione di “tavole” e iniziare
nuovi adepti; ma d’influenzare tanto l’opinione pubblica quanto
alti funzionari in paesi lacerati da terribili guerre di religione,
impregnate di fanatismo.
Fu un movimento molto eterogeneo, i cui collegamenti con i
Rosacroce sono insondabili ma facilmente immaginabili.
In Francia “il circolo degli eruditi” ebbe il massimo
rappresentante in Pierre Gassendì (Champtercier in Provenza
1592, Parigi 1655) illustre maestro dell’umanesimo e professore
di astronomia nel Collegio Reale di Parigi. Questi “eruditi” erano
molti critici verso ogni manifestazioni di fede e nei confronti di
qualsiasi superstizione, privilegiando la ricerca, l’analisi, la
critica e, soprattutto, il metodo scientifico. Famose, di Gassendi,
le critiche a ogni dogmatismo e l’approccio scientifico nella
radicale critica delle religioni metafisiche; infatti, se
all’intelligenza umana è preclusa la conoscenza assoluta
dell’universo e della stessa essenza delle cose, gli è concessa la
conoscenza “sperimentale e fenomenica” derivata
dall’osservazione e dalla descrizione che ne consegue. Inevitabile
una radicale critica tanto alla scolastica medioevale quanto
all’aristotelismo che l’ha suffragata. Gli interessi per l’alchimia e
l’esoterismo avvicinò se non accomunò “il circolo degli eruditi”
ai Rosacroce. Nota la polemica nei confronti di Cartesio e la sua
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