Page 249 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Templarismo. “Kadosh” è una parola ebraica e significa: “santo”,
“purificato”. La leggenda vuole che dopo il proditorio arresto dei
Templari nel regno di Francia: un colpo letale, molti cavalieri
trovarono rifugio in Scozia, all’epoca un libero reame governato
da Robert Bruce, partecipe all’Ordine del Tempio. Sempre
secondo la leggenda, il re di Scozia istituì con quei cavalieri la
“Grande Loggia Reale di Hérédom” caratterizzata da grande
segretezza e proprio questa “Grande Loggia Reale” avrebbe dato
origine alla Massoneria.
Il grado massonico di “cavaliere kadosch” è documentato
per la prima volta in una loggia francese di Lione: una tradizione
vuole che vi appartenessero alcuni cavalieri di Malta che
avevano lascito l’Ordine (forse espulsi) nel 1740.
Seppure non sia possibile dimostrare o negare una continuità
tra “Francs-Maçons” di ieri, quelli legati ai Templari, e “Francs-
Maçons” di oggi, un filo sotterraneo attraversa la storia: i “Figli
di Salomone”, i “Discepoli di Hiram”, gli “onesti Companions”,
le “corporazioni in sonno”, l’incontro di Ratisbona, i
“Rosacroce”, i Francs-Maçons di Edimburgo, Londra, Parigi, del
Mondo Intero. Un filo segreto che non si è mai interrotto, non è
mai stato reciso nonostante la ferocia dell’Inquisizione nel
cercarlo, per strapparlo.
I “Rosacroce” costituirono un anello di congiunzione
preziosissimo, che protrasse la tradizione del Tempio e inserì la
croce nella rosa; coltivò la filosofia raccolta nel “Corpus
hermeticum” senza esitare di valorizzarne l’aspetto esoterico ed
ermetico. Come negare che la rosa e la croce avevano, con la
spina, un valore fortemente simbolico presso gli antichi cavalieri
dai bianchi mantelli? Un valore che rimase tale, inalterato, per i
“Compagni del Dovere di Libertà”.
I rosoni delle facciate sulle cattedrali, le stelle nelle absidi,
la croce che li univano costituivano una sintesi che non andò
perduta.
Nei secoli terribili dell’Inquisizione gli affiliati “alla Rosa e
alla Croce” fecero della segretezza il bene più prezioso.
Una rovina del Tempio poteva bastare! Una seconda non era
auspicabile!
Emblematica la frase: dat rosa mel apibus (la rosa dà il
miele alle api). E non a caso l’alveare, con nove api (quanti i
primi Templari) figura nella simbologia dei “liberi muratori”…
I “Rosacroce” si mossero con estrema cautela in paesi
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