Page 252 - I templari e il filo segreto di Hiram
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ai riti di Zoroastro attribuiva ruoli importanti a sacerdotesse che
erano anche poetesse. I Templari, così attenti ad ogni
manifestazione esoterica, ne vennero sicuramente in contatto
negli assolati orizzonti al di là del Giordano e finirono per
contagiare la cultura occidentale.
Da sempre sono supposti contatti tra la gnosi templare e il
sufismo islamico, come pure con la gnosi ebraica elaborata nella
Spagna musulmana, che ebbe la sua massima espressione nello
Zohar: il più importante dei libri sapienziali. Come pure non fu
estraneo alla cultura templare Ermete Trismegisto (tre volte
grandissimo), considerato il più antico tra i filosofi e gli esoterici,
avvolto in un alone di mistero. Tema centrale della filosofia di
Ermete Trismegisto era il rapporto tra uomo e Dio, dove si
riconosceva l’impossibilità, per la mente umana, di pervenire a
una conoscenza soddisfacente di Dio. L’intuizione di Dio può
essere conseguita soltanto tramite un’estetica illuminazione, che
precede il ritorno dell’anima alla massima intelligenza
dell’universo: il grande architetto che, nel contempo, è anche
sublime pittore, massimo poeta e impareggiabile maestro
dell’armonia, come peraltro attestato dalla recente “teoria delle
stringhe”. Secondo questa interpretazione filosofica l’unico
modo per conoscere imperfettamente Dio è comprendere la sua
opera: l’universo, la creazione, dov’è impressa la sua impronta; e
il mezzo migliore per accostarsi all’opera divina sono i numeri e
i teoremi.
La raffigurazione di Dio come punto Luminoso (Paradiso,
XXVIII, 16), cara a Dante Alighieri, è un’immagine tipica tanto
della Cabbala quanto della tradizione ermetica.
Molti studiosi sono propensi a ritenere che i Templari
furono massimi maestri di ermetismo e che la loro ricerca
tendesse alla spiritualizzazione suprema: all’amore descritto
come eros neoplatonico, causa della mors philosophorum,
determinante per la rinascita nella componente divina dell’uomo.
Un’antica miniatura è emblematica.
Si trova in una “Bible Moraliste” datata tra il 1235 e il 1245:
rappresenta Dio simile a Grande Architetto dell’Universo, intento
a misurare la sua opera con il compasso caro alle corporazioni
“dei Francs-Maçons” antichi e moderni.
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