Page 243 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                conterraneo,  poiché  originario  Savona.  E  Carlo  Domenico  Del
                Carretto  era  fratello  maggiore  di  Fabrizio  Del  Carretto,  gran
                maestro dei Cavalieri Ospedalieri: gli eredi dei Templari!
                     Il  seme  del  “maestro  di  Mistra”  affiora  palesemente  nella
                dedica a Cosimo dei Medici da parte di Marsilio Ficino,:
                     “Ermete Trismegisto disputò per primo e con grandissima
                sapienza  della  maestà  divina,  della  gerarchia  degli  spiriti
                (daemonum  ordine),  della  trasmigrazione  delle  anime…  Per
                questo motivo, per primo, fu chiamato teologo: lo seguì, secondo
                teologo,  Orfeo;  poi  vennero  altri  teologi  insigni:  Aglaofemo,
                Pitagora e Filolao, maestro del nostro divino Platone”.
                     Secondo  Marsilio  Ficino,  discepolo  di  Giorgio  Gemisto
                Pletone  passato  quasi  per  caso  a  Ferrara  e  a  Firenze,  esiste
                un’antica  tradizione  teologica:  una  priscae  theologiae  undique
                sibi  consona  secta,  che  nasce  con  Ermete  Trismegisto  e  si
                conclude con Platone. Un “sottile e arcano filo do Oidipous” che
                percorre  invisibile  i  secoli  e  propone  di  scavare  profonde  e
                oscure  voragini  al  vizio,  alla  superstizione  e  all’ignoranza,  nel
                tentativo  di  sottrarre  l'anima  agli  inganni  dei  sensi  e  della
                fantasia. Un sentiero iniziatico che conduce l’uomo a cogliere la
                verità, a intuire l'ordine di tutte le cose, sia esistenti in Dio che
                emanate da Dio, grazie all'illuminazione divina…
                     Ma sul conto di Giorgio Gemisto Pletone c’è dell’altro!
                     Egli arrivò a Ferrara e poi a Firenze non soltanto con belle
                parole degne di un sublime oratore e un grande disegno filosofico
                –  religioso  destinato  a  restare  un’utopia;  ma  con  mappe
                antichissime e stupendi planisferi, totalmente ignoti in Occidente.
                     Tra queste, come già accennato nel capitolo riguardante la
                scoperta  dell’America,  ve  n’erano  alcune  antichissime  che
                provenivano dalla distrutta biblioteca di Alessandria e indicavano
                isole e terre al di là dell’oceano misterioso: la mitica Antillia, il
                regno di Thule già accennato da Seneca, e altre terre assai vaste,
                solcate  da  maestosi  fiumi.  Molto  stupì  i  Fiorentini  che  simili
                mappe preziose a un anziano filosofo, anziché al capitano di una
                nave!
                     Una di queste mappe, che pare sia stata fornita al “maestro
                di Mistra” da un ebreo di nome Elisseo, generò un vivo interesse
                nel medico Paolo dal Pozzo Toscanelli, che in seguito si mise in
                contatto  con  il  canonico  Ferdinando  Martins  a  Lisbona,
                esortandolo ad adoprarsi affinché in Portogallo fossero intraprese
                spedizioni navali  nel  vasto  oceano.  Paolo  dal  Pozzo  Toscanelli


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