Page 238 - I templari e il filo segreto di Hiram
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questa sapienza Pitagora, Platone e anche l’alessandrina Ipazia,
dilaniata e smembrata da cristiani fanatici, furono i massimi
rappresentanti.
Il discorso del “maestro di Mistra”, che palesava una
straordinaria cultura esoterica, tendeva a illustrare un’intelligenza
universale che non si limitava al platonismo, ma abbracciava
l’antichissima cultura egizia, gli insegnamenti di Minosse,
Licurgo, Numa; le “verità segrete” dei sacerdoti di Dodona, dei
Sette Sapienti, di Parmenide, Timeo, Plutarco, Porfirio,
Giamblico, dei Magi caldei e perfino dei Brahmani.
Giorgio Gemisto amava affermare:
"Tutti questi, essendo in accordo intorno alla maggior parte
delle questioni fondamentali, sembrano aver dettato le loro
concezioni, come le migliori, agli uomini più sensati ...
Noi dunque li seguiremo, senza cercare novità nostre o
altrui ...
I sapienti esprimono sempre opinioni in armonia con le
convinzioni più antiche...".
Si può ben dire che Ferrara prima, e Firenze poi, grazie alle
“libere conferenze” di Pletone svilupparono un notevole interesse
per Platone e il Neoplatonismo, preludio del Rinascimento. E si
trattava di qualcosa di molto diverso e di molto più profondo
dell’interesse filologico – erudito degli umanisti italiani “alla
Bruni”.
La scuola iniziatica e per gradi del “maestro di Mostra”
attingeva a piene mani all’antica “scuola di Crotone” dei
pitagorici, con gli “apprendisti” muti, acusmatici, che dovevano
imparare ad ascoltare, dovevano saper apprezzare il silenzio;
mentre i “maestri” che Pletone amava definire "Fratelli in
Platone", erano tesi ad affinare le loro conoscenze per gradi e a
trasmetterle agli “apprendisti”.
A Firenze si generò attorno al “maestro di Mistra”
un’intensa partecipazione, che permise a Giorgio Gemisto di
raggruppare una cerchia di “illuminati”, della quale facevano
parte gli intellettuali migliori dell’epoca, come Pico della
Mirandola e lo stesso signore di Firenze: Cosimo dei Medici.
Anzi, proprio l’amicizia e l’ammirazione che leggeva Cosimo dei
Medici al “maestro di Mistra” prospettò la riedizione in quella
città, all’epoca la più avanzata al mondo, centro europeo della
cultura, dell’Accademia platonica; progetto in seguito affidato a
Marsilio Ficino.
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