Page 237 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     Per la verità, la polemica contro Aristotele, che condusse a
                duri confronti con altri filosofi – teologi orientali, come Giorgio
                da  Trebisonda  e  Giorgio  Scolario,  nasceva  dall’esigenza  di  un
                profondo  rinnovamento  religioso.  Giorgio  Gemisto  mirava  ad
                abbattere le tre grandi religioni monoteistiche (ebraica, cristiana
                e  islamica)  per  affermare  una  nuova  religione  eclettica  e
                sincretistica,  poggiante  sui  pilastri  del  platonismo  e,  più  in
                generale, della cultura classica.
                     Senza conseguenze, dapprima a Mistra e poi a Firenze, in
                pieno  consiglio  ecumenico,  Pletone  rispolverò  con  audacia  la
                “vecchia”  questione  dei  “tre  impostori”;  anzi,  demistificatori:
                Mosè,  Gesù  (più  precisamente  Saulo  o  Paolo  da  Tarso)  e
                Maometto,  già  formulata  duecento  anni  prima  dall’imperatore
                Federico II di Svevia. Per il “maestro di Mistra” si trattava non
                tanto di “tre impostori”, ma di mediocri profeti che ignoravano
                gli  insegnamenti  di  grandi  filosofi  come  Pitagora  e  Platone,  i
                quali  avevano  finito  d’elaborare  “credenze  divine  basate
                sull’ignoranza  e  sulla  superstizione,  adatte  esclusivamente  al
                popolino”.  La  verità  non  può  essere  rivelata,  né  può  essere
                servita  su  un  piatto  d’argento;  ma  dev’essere  cercata,  come  il
                saggio  che  si  aggira  nelle  tenebre  con  la  lanterna.  E  per  fare
                questo, per favorire la fiammella dell’intelligenza divina che sta
                in noi, è importante addentrarsi in un terreno arato dalle menti
                migliori del passato; occorre inoltre essere “iniziati” alla ricerca,
                gradualmente:  dapprima  umili  apprendisti  che  ascoltano  e  poi
                maestri dispensatori di luce…
                     Sviluppando  questi  concetti  Giorgio  Gemisto  scrisse
                importanti  opere,  in  gran  parte  distrutte  dopo  la  sua  morte  dal
                fanatismo  dogmatico  dei  suoi  detrattori:  “Sulle  differenze  tra
                Aristotele  e  Platone”;  “Contro  la  difesa  di  Aristotele  fatta  da
                Scolario”;  “il  Codice  delle  Leggi”,  “La  spiegazione  delle
                quattro  Virtù”  e  il  libro  che  è  considerato  il  suo  capolavoro
                “Esegesi degli Oracoli Caldaici” . E proprio in questa sua ultima
                opera  Giorgio  Gemisto  Pletone  si  palesa  come  l’ultimo  dei
                Templari e il primo dei Massoni!
                     Nella  “Esegesi  degli  Oracoli  Caldaici”  “il  maestro  di
                Mistra”  presenta  le  filosofie  di  Pitagora  e  di  Platone  come
                espressioni   greche,   evolute,   che   traggono   origine
                dall’antichissima  dottrina  zoroastriana  e  proprio  Zarathustra
                viene  definito  “priscus  theologus”:  fonte  primaria  di  una
                sapienza solare che si manifesta per gradi e soltanto a iniziati. Di


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