Page 232 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 232

pagina n.231      420451_LAVORATO.pdf







                una copia del suo planisferio, dove però la distanza da percorrere
                era  ridotta  della  metà  rispetto  a  quella  reale,  poiché  vi  erano
                riprodotti gli stessi errori commessi da Tolomeo.
                     Infine un epilogo, che induce a rabbrividire.
                     Nel 1536, esattamente quarantaquattro anni dopo la scoperta
                dell’America, l’imperatore Carlo V pretese la distruzione di tutte
                le antiche mappe dell’Oceano.
                     Per quale motivo?
                     Il timore che altre nazioni potessero rivendicare pretese sul
                Nuovo Mondo! Un bottino immenso, da spartire esclusivamente
                con il Portogallo.
                     La necessità, anche, di non rendere pubblico il “complotto”
                tra  la  regina  di  Spagna  Isabella  la  Cattolica  e  il  cardinale
                spagnolo in procinto a salire sul soglio di Pietro con il nome di
                Alessandro.
                     Oltre  alla  “carta”  di  Piri  Reis,  finita  fortunosamente  a
                Costantinopoli,  c’è  un’altra  mappa  che  è  sopravvissuta  alla
                distruzione. Una carta nautica datata MC (1500) che raffigura il
                Golfo del Messico e la grande penisola della Florida con le coste
                perfettamente  delineate;  ma,  a  quel  tempo,  le  terre  situate  di
                fronte all’isola di Cuba non erano ancora ufficialmente note!




                        UN LABIRINTO DELLA STORIA


                     Con il tempo, il ricordo dei Templari sembrò dissolversi per
                sempre.  In  Francia  restarono  alcuni  detti:  “Bere  come  un
                templare”,  “Fottere  come  un  templare”.  Come  se  quei  gloriosi
                cavalieri non avessero pensato ad altro che a godere.
                     In  Italia,  nonostante  la  strenua  difesa  di  Dante  Alighieri,
                dello stesso Boccaccio e del cronista fiorentino Giovanni Villari,
                i cavalieri dai candidi mantelli furono ineluttabilmente abbinati ai
                vizi  e  alle  streghe.  Tra  il  popolo  fu  molto  più  potente  la
                propaganda  ignorante  di  fraticelli  superstiziosi  dagli  amboni  di
                chiese  affollate!  Per  dare  peso  alle  loro  parole,  per  attrarre  le
                folle s’inventarono ogni sorta di calunnia: come i cimiteri di feti
                là  dove  un  castello  del  Tempio  o  una  magione  sorgeva  in


                                            231
   227   228   229   230   231   232   233   234   235   236   237