Page 229 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     Sul  finire  dell’anno  del  Signore  1489,  nei  giorni
                dell’Avvento,  Martin  Alonso  Pinzon  fu  contattato  da  un  padre
                domenicano di Cordoba che gli mostrò una strana carta nautica e
                gli pose una domanda ancora più strana: se, all’occorrenza, fosse
                stato disposto a porsi al servizio delle insegne papali.
                     L’anno  successivo  il  capitano  Pinzon  fu  nuovamente
                contattato  da  emissari  papali:  i  frati  Marchena  e  Perez,
                francescani  del  convento  di  Ràbida,  che  lo  invitavano  ad
                aggregarsi  alla  spedizione  che  stava  per  essere  allestita  dalla
                regina di Spagna, affidata a un certo Cristoforo Colombo.
                     Si disponeva, peraltro, di navi idonee ad affrontare l’oceano:
                le caravelle!  A  costruirle per primi  erano  stati  i  Veneziani,  nel
                secolo  XIV,  nel  loro  famoso  Arsenale,  per  la  necessità  di
                raggiungere  le  Fiandre  e  l'Inghilterra.  Un’arte  affinata  dai
                Galiziani  e  dai  Portoghesi.  Quelle  navi  “nuove”  erano  lunghe
                circa trenta metri: dotate di tre, quattro alberi, con cinque vele. I
                migliori cantieri erano in Andalusia…
                     Tanto Cristoforo Colombo quanto il capitano Alonso Pinzon
                disponevano delle mappe nautiche già appartenute ai Templari.
                     Cristoforo Colombo le aveva viste nel monastero di Tomar,
                in Portogallo, dove sorgeva il quartier generale dei Cavalieri di
                Cristo: gli eredi dei Templari. Da quel momento gli era entrata
                nel  sangue  l’ossessione  di  raggiungere  quelle  terre  lontane  e
                misteriose.  Quei  gloriosi  cavalieri  non  erano  stati  perseguitati
                sulle rive del Tago, per il ruolo importante che rivestivano nella
                secolare guerra contro i Mori e la Reconquista alla cristianità di
                quelle  terre.  Di  quella  mappa  preziosissima  aveva  fatto  cenno
                alla regina Isabella, mostrandole una copia e precisando come il
                monastero  di  Tomar  si  trovasse  in  Portogallo!  I  rivali  Lusitani
                avrebbero  potuto  salpare  in  direzione  del  sole  che  tramonta  in
                qualsiasi  momento…  In  tal  modo  aveva  scosso  la  regina,
                inducendola a fornirlo delle navi e degli equipaggi necessari per
                salpare.
                     Il capitano Pinzon, a sua volta, disponeva delle mappe che
                gli  erano  state  trasmesse  dai  frati  francescani  del  convento  di
                Rabica...
                     Ad ogni modo era un viaggio verso l’ignoto: non si trattava
                della solita navigazione di cabotaggio! Un’impresa da far tremare
                le ginocchia al più esperto lupo di mare!
                     Emblematica la data della partenza: il 3 agosto, un venerdì,
                nonostante il motto “Di Venere e di Marte non ci si sposa e non


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