Page 234 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                alla costruzione delle grandi cattedrali gotiche, che nei due secoli
                caratterizzati dalla presenza templare erano sorte come funghi su
                tutti gli orizzonti d’Europa.
                     Nel lungo intervallo di buio, corrispondenti ai secoli XIV,
                XV  e  XVI,  c’è  una  luce  che  attesta  come  “le  corporazioni  di
                liberi  muratori”  non  si  fossero  dissolte  e,  tanto  meno,  fossero
                scomparse.
                     Nell’anno 1458 si tenne a Ratisbona una riunione alla quale
                parteciparono 19 Maestri e 26 Compagni d’Arte.
                     Era  papa  Callisto  III:  l’ottantenne  vescovo  valenziano
                Alfonso de Boria, e quell’anno fu bruciato a Strasburgo, accusato
                d’eresia, il vescovo valdo-taborista Friedrich Reiser.
                     Brutti  tempi,  per  tutti  coloro  che  osavano  dissentire  o,
                semplicemente, discostarsi dal solco dell’ortodossia ecclesiastica.
                     Lo  scopo  dichiarato  della  riunione  di  Ratisbona  fu  di
                allontanare dalle “Corporazioni dei liberi muratori” ogni sospetto
                d’eresia. All’epoca, all’interno delle “Corporazioni muratorie” si
                erano già definiti i tre gradi gerarchici di Apprendista, Compagno
                d’Arte e Maestro.
                     Durante  la  riunione  di  Ratisbona  fu  presa  una  decisione
                importante: tutti i successivi incontri si sarebbero tenuti in gran
                segreto, escludendo i “profani”, ovvero coloro che non sono stati
                iniziati.  Si  convenne,  inoltre,  che  il  simbolismo  avrebbe
                costituito il fondamento dell’insegnamento dei Liberi Muratori,
                al fine di evitare spiacevoli inconvenienti con l’Inquisizione. E
                così fu.
                     Erano  anni  terribili:  dominati  dalla  superstizione  e
                dall’intransigenza.
                     Vagavano per l’Europa le reliquie dei bambini della “Strage
                degli  innocenti”,  importate  direttamente  da  Betlemme,  con
                enorme successo di pubblico. In molte chiese venivano  esposte
                statue  della  Vergine  che  presentavano  un’apertura  sul  ventre,
                dove si poteva ammirare “Gesù Bambino in grembo” e, a volte,
                addirittura la Santissima Trinità.











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