Page 231 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     Non  voleva  correre  rischi.  Non  voleva  che  le  terre
                “scoperte”  fossero  negate  alla  Spagna  e  aggiudicate  allo  Stato
                della Chiesa.
                     Il  cardinale  Rodrigo  Borgia,  eletto  papa  con  l’appoggio
                consistente  della  corona  Spagna,  era  un  amico  personale  di
                Ferdinando e Isabella.
                     Già  nei  giorni  dell’avvento  dell’anno  del  Signore  1489  un
                padre  domenicano  di  Cordoba  aveva  abbordato  Martin  Alonso
                Pinzon,  che  in  seguito  raggiunse  Roma,  ospite  del  cardinale
                Rodrigo Borgia.
                     Fu nel suo palazzo che in un tardo giorno d’estate dell’anno
                1490 fu abbozzata per la prima volta, seriamente, la spedizione
                che  la  regina  Isabella  aveva  in  animo  d’intraprendere  nella
                direzione del sole che tramonta.
                     Una storia dalla lenta evoluzione, che giungeva all’epilogo.
                     Una  storia iniziata  cinquant’anni  prima,  quando  a  Firenze,
                tra  gli  anni  1437  e  1439,  si  era  tenuto  il  concilio  tendente  a
                rappacificare  le  chiese  di  Oriente  e  d’Occidente,  presente  lo
                stesso imperatore di Costantinopoli.
                     Per  l’occasione  erano  giunti  dalle  rive  del  Bosforo
                minacciato  dai  Turchi  molti  sapienti,  con  le  loro  carte
                geografiche  antichissime,  alcune  delle  quali  segnalavano  la
                presenza di isole e terre al di là dell’oceano misterioso. Mappe
                che  indicavano  anche  le  rotte  migliori  per  raggiungerle,
                sfruttando venti e correnti marine. Tra quei sapienti figurava un
                anziano filosofo di Mistra, nella Morea, che non aveva mai visto
                il  mare,  se  non  da  lontano:  un  certo  Giorgio  Gemisto  Pletone,
                ottuagenario  custode  di  una  mappa  misteriosa  donatagli  da  un
                dotto  ebreo  di  nome  Elisseo.  Proprio  questa  “carta”  generò  un
                vivo  interesse  nel  medico  Paolo  dal  Pozzo  Toscanelli,  che  in
                seguito si mise in contatto con il canonico Ferdinando Martins a
                Lisbona,  esortandolo  ad  adoprarsi  affinché  fossero  intraprese
                spedizioni navali nel vasto oceano. Quel medico, infatti, era un
                insigne  matematico,  un  astronomo  di  chiara  fama  e  un  valente
                cartografo,  che  proprio  in  seguito  all’interesse  suscitato  dalle
                “carte” di Gemisto Pletone, riprodusse un planisfero oggi perduto
                dove si dimostrava come si potessero raggiungere le remote Indie
                navigando  attraverso  l’Oceano  d’Occidente  o  Atlantico.
                Successivamente Paolo dal Pozzo Toscanelli inviò lettere anche a
                Cristoforo Colombo, esortandolo a tentare l’attraversata; e pare
                che il grande ammiraglio dell’oceano tenebroso utilizzò proprio


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