Page 192 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                esautorata dallo zio Filippo di Valois, fratello di Filippo IV “il
                Bello”, che si fece incoronare re con il nome di Filippo V, come
                se il figlio di suo fratello, “il Lungo”, che aveva preso quel nome
                regale prima di lui, non fosse mai esistito.
                     Subito dopo la cerimonia dell’incoronazione il nuovo re si
                preoccupò  di  convocare  un'assemblea  di  notabili  e  professori
                dell'Università di Parigi, i quali sancirono il suo diritto al trono in
                base a una legge istituita per l'occasione: la “legge salica”!
                     Secondo  questa  legge  una  donna  non  poteva  regnare  in
                Francia.  Un  ostacolo  insormontabile,  per  le  generazioni  future,
                alla  successione  femminile  sul  trono  di  Francia  e,  in  seguito,
                anche su quello d'Italia.
                     Tutto sembrava a posto.
                     Invece  il  sedicenne  Edoardo  III  d'Inghilterra,  figlio
                d’Isabella e nipote di Filippo “il Bello”, non accettò quella che
                definì  “l’usurpazione  dello  zio”  e  fece  udire  la  sua  voce
                rivendicando  per  sé  l’ambito  trono  di  Francia.  Affascinante,  la
                prospettiva!  Un  regno  esteso  dai  Pirenei  e  dal  Mediterraneo  al
                Vallo  Caledonico  e  all’Irlanda.  Un  regno  potentissimo  che,  se
                attuato, avrebbe sconvolto l’Europa. E con questa rivendicazione
                cominciò la “Guerra dei Cent’anni”: il più lungo conflitto che la
                storia  ricordi.  Devastò  la  dolce  Francia  per  un  secolo,  in
                compagnia del flagello della peste.

                     Restò  nel  vento  l’esoterismo  dei  templari,  destinato  ad
                avvampare veemente nei tempi recenti.
                     A  volte  basta  una  frase  misteriosa  a  destare  un’intensa
                curiosità.
                     Ad  esempio,  che  ci  azzecca  con  i  Templari  “Sator  arepo
                tenet opera rotas”? Una frase che si può leggere in tutti i sensi:
                da destra e da sinistra, anche a ritroso, con le parole disposte a
                formare un quadrato magico.

                     Una composizione molto antica, probabilmente magica.
                     La più remota rappresentazione nota risale al 260 a.C., nel
                mosaico  di  una  villa  a  Duoro-Europos,  in  Asia,  sull’Eufrate,
                nell’estremo confine orientale dell’Impero Romano.
                     Un  altro  suo  ritrovamento  importante  è  a  Pompei,  in  una
                palestra;  ma  è  documentata  anche  su  una  parete  del  duomo  di
                Siena  e,  soprattutto,  in  molti  castelli  templari,  come  quello  di
                Gisors.


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