Page 190 - I templari e il filo segreto di Hiram
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IL MITO:
LA MALEDIZIONE
Dopo il tremendo colpo sferrato a sorpresa dal re di Francia,
lenta fu l’agonia della “Militia Templi” che nel 1311 era
praticamente finita.
In Inghilterra era convinzione comune che i Templari
fossero stati così denigrati e coperti d’infamia da non potersi più
riscattare.
A quei tempi non spettava all’accusa dimostrare la
colpevolezza, ma la difesa produrre le prove dell’innocenza.
A questo punto lo scioglimento dell’Ordine era inevitabile!
Il 18 marzo 1314, all'ora del Vespro (per altri nell’ora
dell’alba), Jacques Molay e Goffredo di Charney, precettore di
Normandia e custode della Sacra Sindone, salirono sul rogo
approntato su un'isoletta della Senna con altri due alti funzionari
del Tempio. Abbandonarono per sempre i loro bianchi mantelli,
frettolosamente arrotolati, e furono legati a un palo, come gli
eretici peggiori.
Secondo una leggenda che non tramonterà mai sul rogo il
sovrano maestro dei Templari avrebbe chiamato Clemente V e
Filippo il Bello dinanzi al Tribunale di Dio: il papa entro 40
giorni, il re entro 40 settimane.
E così accadde.
Clemente V morì il 20 aprile, meno di un mese dopo, il 12
aprile, a Roquemare. Una morte senza gloria: per un’infezione
intestinale, un gran mal di pancia! Quel giorno, a piangerlo,
furono soltanto i suoi parenti che aveva coperto d’oro,
impunemente. Il suo pontificato fu indubbiamente il trionfo della
simonia e del commercio delle cariche ecclesiastiche.
Filippo “il Bello” lo avrebbe seguito il 29 novembre, otto
mesi dopo: un’agonia straziante dopo una caduta da cavallo a
Fontainebleau.
Così Dante nel Paradiso “XXII, 7-15
“Non sai tu che tu se‟ in cielo?
e non sai che „l cielo è tutto santo,
e ciò che ci si fa vien da buon zelo?
Come t‟avrebbe trasmutato il canto,
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