Page 188 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Ecco svelato il motivo di un uomo morto e risorto, giacché
non era mai morto!
Intanto i cavalieri dai bianchi mantelli non erano più
inquisiti soltanto in Francia, ma in tutta la cristianità. Era loro
destino scomparire. E a pretendere tanto non era il re di Francia;
ma lo stesso papa.
Il 22 novembre il destino dei Templari era segnato.
Per il re fu un enorme sospiro di sollievo e quale
soddisfazione: il Regno di Francia non era mai stato tanto potente
e il papato, con tutta Santa Romana Chiesa, poteva considerarsi
salvo.
Guglielmo da Nogaret non aveva soltanto messo a segno un
colpo da maestro, che avrebbe fatto scuola ad altri regnanti
europei nei secoli successivi, ma aveva portato a galla una verità
indicibile, da seppellire e dimenticare al più presto. Non soltanto
eroe del regno di Francia; ma salvatore del vascello di San Pietro.
Intanto, in tutta fretta, le proprietà templari venivano
incamerate nel demanio regio e Filippo “il Bello” non avrebbe
più patito problemi finanziari. Spazzati via, in un solo colpo, gli
enormi debiti maturati nei confronti dell’Ordine del Tempio.
Seguirono altre bolle papali, lentamente, inesorabili.
Dapprima la Vox in excelso, del 3 aprile 1312, che pose la pietra
tombale sull’Ordine cavalleresco più importante della Storia,
voluto San Bernardo. Poi la Ad providam”, del 2 maggio 1312,
che trasferiva i beni residui dei Templari ai Cavalieri
Ospedalieri: ma ormai si trattava soltanto di briciole. Il grande
saccheggio era stato ultimato.
Probabilmente Guglielmo da Nogaret considerò Jacques de
Molay, l’ultimo gran maestro dei Templari, non un vile, ma uno
stupido, quando ritrattò, con un’estrema fiammata di orgoglio,
tutte le sue ammissioni, poiché estorte con la tortura. In tal modo
si condannava al rogo con le sue stesse mani, facendo un grande
favore tanto al re di Francia quanto al papa.
L’ultima sceneggiata si consumò sull’isola della Senna detta
“dei Giudei”, davanti alla cattedrale di Notre-Dame, nel centro di
Parigi, all’alba del 18 marzo 1314. I due massimi dignitari
templari: Jaques de Molay e Geoffrey de Charnay vi furono
bruciati vivi, come eretici. Il fumo di quel rogo decretò la fine di
un’epopea. Anzi, con quel rogo finiva il Medioevo e iniziava,
simbolicamente, il moderno stato francese.
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