Page 187 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 187

pagina n.186      420451_LAVORATO.pdf







                     Bertrand de Got non era uno stupido e neppure un fanatico,
                come Bonifacio VIII: doveva le sue fortune al re di Francia e si
                limitò a  calorose raccomandazioni.  Ad  esempio,  niente torture!
                Per  tutti  gli  arcangeli  del  paradiso:  come  poteva  esimersi  da
                simili  blande  raccomandazioni?  Il  re  di  Francia  stava
                smantellando la più grande e potente organizzazione ecclesiastica
                e militare di tutti i tempi, e il papa stava a guardare come da una
                finestra.
                     In  pochi  giorni  furono  formulate  le  accuse,  terribili  e
                infamanti, che caddero come chicchi di grandine sulle teste dei
                Templari:  eresia,  idolatria,  omosessualità,  blasfemia;  il
                Bafometto e l’insulto alla croce, con tanto di sputo…
                     Quaranta  giorni  dopo  quel  fatidico  13  ottobre,  il  22
                novembre,  l’operazione  poteva  considerarsi  definitivamente
                conclusa: Clemente V, pressato dal re di Francia, sconvolto dalle
                ammissioni  di  colpevolezza  da  parte  di  alcuni  Templari
                sottoposti  in  segreto  alla  tortura,  emise  la  bolla  Pastoralis
                præminentiæ.
                     Ma  cosa  aveva  condotto  papa  Clemente  V  a  una  simile
                affrettata  condanna?  Esisteva  dunque  davvero  una  verità
                sconvolgente,  che  avrebbe  potuto  affondare  il  vascello  di  San
                Pietro?
                     Di certo i Templari non sputavano sulla croce per gioco, per
                impressionare i neofiti, gli apprendisti, gli iniziandi; ma con la
                convinzione  e  la  determinazione  di  coloro  che  aveva
                informazioni  inoppugnabili  su  quanto  era  veramente  successo
                tredici  secoli  prima  a  Gerusalemme,  nei  giorni  della  Pasqua
                ebraica. Erano affiorate confessioni che gli inquirenti stentavamo
                a verbalizzare e che lo stesso papa pretese fossero sottoposte al
                sigillo  della  segretezza  più  assoluta.  Aveva  dunque  ragione
                Noffo  Dei?  I  Cavalieri  del  Tempio  avevano  scoperto  qualcosa
                nel  Tempio  di  Gerusalemme  e  sapevano  che  sulla  collina  del
                Golgota  erano  morti  soltanto  i  due  ladroni?  Ponzio  Pilato,  per
                beffare i sommi sacerdoti giudei, era alfine riuscito a salvare il
                predicatore giunto dalla Galilea? In tal caso non soltanto si era
                lavato le mani; ma avrebbe fatto di più, molto di più! Non a caso
                al condannato che stava al centro non furono spezzate le gambe,
                come  invece  accadde  ai  ladroni,  e  un  legionario,  anzi  un
                cavaliere ausiliario, abilissimo nel manovrare la lancia, finse di
                ferirlo al costato quando, invece, appena glielo scalfì…




                                            186
   182   183   184   185   186   187   188   189   190   191   192