Page 184 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                segreti  dell’Ordine:  lo  sputo  sulla  croce  al  momento
                dell’iniziazione  come  cavaliere  e l’adorazione  di  un idolo  noto
                come il “Bafometto”. I Templari erano in possesso di documenti
                risalenti ai tempi di Ponzio Pilato, rinvenuti a Gerusalemme, in
                grado  di  affondare  “il  vascello  di  Pietro”:  ls  Santa  Romana
                Chiesa.
                     Clemente  V  non  voleva,  non  poteva  crederci!  Ma  a
                terrorizzarlo fu altro; qualcosa di ben più concreto della storiella
                di Simone il Cireneo che era finito sulla croce al posto di Gesù e,
                a sua volta, salvato dall’intervento del governatore romano che
                aveva proibito gli venissero fracassate le gambe. Fu la storia di
                un messaggio cristiano riservato soltanto ad iniziati; mentre tutto
                il  resto  era  soltanto  apparenza,  ciarpame,  spazzatura.  Santa
                Romana Chiesa ridotta ad apparenza, ciarpame, spazzatura! “Le
                perle  che  non  dovevano  essere  gettate  ai  porci”:  il  vangelo  di
                Giuda!
                     Ad  ogni  modo  Noffo  Dei  ribadì  che  sì,  sì:  i  Templari
                pretendevano che si sputasse sulla croce per essere ammessi nel
                loro  Ordine.  E  ora  temeva  per  la  sua  stessa  vita,  poiché  era
                venuto a conoscenza di segreti terribili e indicibili. Platealmente,
                davanti al papa esterrefatto, chiese protezione al re di Francia e, a
                sua  volta,  il  re  che  chiese  l’autorizzazione  a  indagare.
                Semplicemente a indagare, niente di più! Gli bastava un dito, si
                sarebbe preso il braccio!
                     Per la verità era stata fissata la data del 14 di settembre per
                entrare in azione; ma il papa era indeciso e aveva informato il re
                che  se  si  fossero  perseguiti  i  Templari  avrebbe  reagito,
                accordando loro la sua protezione. Per quanto succube, Clemente
                V non era uno stupido.
                     E così il 14 settembre passò, senza che accadde qualcosa.
                     Quattro  giorni  dopo  si  tenne  un  convegno  segreto
                nell’abbazia  regale  di  Maubuisson.  Davanti  a  re  Filippo  “il
                Bello”  erano  in  quattro:  Guglielmo  da  Nogaret,  Noffo  Dei,  un
                banchiere giunto appositamente da Prato e il guardasigilli Gille
                Aiscelin, arcivescovo di Narbona.
                     Il re voleva agire. Tutto era pronto. Avrebbe messo il papa
                con le spalle al muro; alla fine Clemente V avrebbe ceduto.
                     Gille  Aiscelin  non  era  d’accordo  nell’intraprendere
                un’azione  di  forza  contro  l’Ordine  del  Tempio  e  rassegnò  le
                dimissioni  quel  giorno  stesso  ma,  per  lealtà  verso  il  re,  giurò




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