Page 180 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 180

pagina n.179      420451_LAVORATO.pdf







                più  ancora,  per  i  pesanti  crediti  che  vantavano  i  “cavalieri  dai
                bianchi mantelli”, in grado di condizionare le scelte del re. Ma
                tanto bastò a quei signori, che avevano intravisto balenare l’oro
                davanti ai loro occhi, per renderli complici fidatissimi del re di
                Francia  nella  grande  tela  di  ragno  che  l’ineffabile  cancelliere
                Guglielmo da Nogaret andava tessendo ai danni dell’Ordine del
                Tempio.
                     Bisognava  muoversi  con  grande  cautela!  E  soprattutto,
                occorreva far passare quei cavalieri “dalla parte del torto”.
                     Un’impresa  difficilissima,  azzardata,  che  doveva  essere
                attuata  nel  massimo  segreto.  Guai  sei  i  Templari  avessero
                subodorato qualcosa.
                     Bonifacio  VIII  e  Benedetto  XI  stravedevano  per  quei
                cavalieri: i loro beniamini, i loro pupilli; e anche Clemente V, per
                quanto ben disposto verso il regno di Francia, non era propenso a
                voltare le spalle al “Tempio”.
                     I  Templari  costituivano  la  migliore  milizia  d’Europa  e
                facevano paura! Erano in grado di mettere in campo in qualsiasi
                momento     una   formidabile   cavalleria;   inoltre   erano
                immensamente  ricchi,  in  grado  di  finanziare  qualsiasi  impresa,
                sia  militare  che  economica,  non  solo  in  Francia,  ma  in  tutti  i
                paesi europei. Per giunta disponevano di una potente flotta, che
                incrociava nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. Soltanto in
                Sicilia e in Puglia avevano subito un ridimensionamento da parte
                dell’imperatore  Federico  II,  per  gli  stessi  motivi  che  avevano
                angustiato il re di Francia, negli anni in cui quell’imperatore era
                in lotta con il papato. I Templari erano diventati ciò che aveva
                immaginato San Bernardo: la prima potenza militare, economica
                e culturale in Europa, superiori a qualsiasi stato.
                     Come a Parigi c’era il loro quadrilatero: un vasto quartiere
                chiuso  da  mura  sulla  riva  destra  della  Senna;  un  altro
                quadrilatero, dalle mura invisibili, si spandeva sulla Francia con i
                vertici  nel  formidabile  castello  normanno  di  Gisors,
                nell’immensa  commenda  della  “foresta  d’Oriente”  situata  nella
                regione della Champagne, in prossimità della città di Troyes; nel
                porto  fortificato  di  La  Rochelle,  dov’era  ormeggiata  la  flotta
                oceanica, e nel porto provenzale delle Agues Mortes, base della
                flotta  mediterranea  del  “Tempio”.  Un  altro  quadrilatero
                controllava il Mediterraneo e rendeva difficile la navigazione alle
                navi barbaresche e ottomane: oltre al succitato porto delle Agues
                Mortes alla foce del Rodano, c’era il Portus Christi nel Regno di


                                            179
   175   176   177   178   179   180   181   182   183   184   185