Page 181 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Aragona , l’isola di Maiorca a formare una solida triangolazione,
e l’isola di Cipro, autentico caposaldo di fronte alla Terrasanta.
La stessa dislocazione di queste basi svelava
inequivocabilmente come i maggiori interessi di quei potenti
cavalieri si fossero progressivamente spostati in Occidente.
C’era poi il quadrilatero invisibile di “San Michele”,
formato dall’abbazia normanna del Mont-Saint-Michel, un po’
isola e un po’ penisola; il Sacro Monte dell’Angelo nelle Puglie,
nell’altra estremità dell’Europa, dove si recavano i Crociati
prima d’imbarcarsi per la Terrasanta; quindi, esattamente a metà
strada, la Sacra di San Michele in Val Susa e, infine, San Miguel
de Cuxa ai piedi dei Perinei.
Ma i Templari, nonostante la loro potenza economica e
militare, avevano un enorme problema da risolvere!
Per quanto intoccabili, erano decaduti, squalificati!
Avevano perduto la Terra Santa, il Santo Sepolcro,
Gerusalemme.
Erano nati con lo scopo di difendere le conquiste della prima
crociata, e avevano fallito!
In quegli anni i Templari, più di tutti gli altri ordini
cavallereschi, erano sotto accusa.
A torto o a ragione erano considerati i responsabili
dell’immane disfatta in Palestina.
In Francia era noto anche ai sassi che la più grave sconfitta,
costata il Regno di Gerusalemme: la tragica battaglia dei “Corni
di Hattin”, era da addebitarsi al gran maestro templare
dell’epoca, notoriamente avido, arrogante, prepotente e inetto.
Un pesce, quando smette d’essere fresco, puzza.
L’arroganza e tracotanza dei Templari era proverbiale.
Il loro strapotere cominciava a dare fastidio, a irritare,
soprattutto in Francia, dove non c’erano riconquiste da portare a
termine come in Castiglia, Aragona e Portogallo. La gente non li
vedeva più di buon occhio, come ai tempi delle Crociate. Più
nessuno, morendo, si sognava di affidare le sue proprietà nelle
loro mani, sicuro che ne avrebbero fatto buon uso.
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Ora Porto de La Selva, con il monastero de San Pere de Roda e il
potentissimo castello di San Salvador in cima all’alta montagna
dominante il porto, probabilmente da identificarsi nel mitico Mont-
Salvat delle leggende medioevali.
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