Page 173 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     In una riunione segreta, presente l’arcivescovo di Sens, che
                aveva autorità anche su Parigi, si meditò di costituire una Chiesa
                Cattolica  Francese,  sganciata  da  Roma.  Ma  l’opposizione
                dell’arcivescovo di Sens, che aborriva una soluzione scismatica,
                convinse  il  re  e  il  suo  cancelliere  a  riconsiderare  l’intera
                questione.
                     E  fu  allora  che  Guglielmo  di  Nogaret  pose  una  domanda
                cruciale:
                      “In  quale  sacra  scrittura  sta  scritto  che  il  papa  deve
                risiedere a Roma?”
                     Perché  non  portarlo  in  Francia?  O  se  non  in  Francia,  sui
                confini del regno?
                     Un autentico colpo di genio.
                     Quale  fantastica  soluzione:  il  papato  e  la  curia  romana  in
                Provenza, sotto l’ala protettrice del re di Francia.
                     Un progetto da realizzare, se necessario, anche con la forza.
                     L’esuberante Filippo “il Bello” si entusiasmò, consapevole
                che avrebbe reso la Francia il regno più influente della cristianità.
                Per  la  prima  volta  sarebbe  riuscito  a  relegare  in  un  angolo  il
                Sacro Romano Impero, da anni profondamente in crisi. Si pensò
                immediatamente alla città di Avignone, che non apparteneva al
                regno di Francia, ma era adagiata in riva al Rodano, sui confini
                del  reame.  Inoltre,  a  ben  guardare,  si  trovava  al  centro
                dell’Europa cristiana.
                     Da molto tempo, da secoli, la decadente Roma era ridotta a
                periferia  dell’Europa:  da  quando  gli  Arabi,  dilagando  sulle
                sponde  meridionali  e  occidentali  del  Mediterraneo  avevano
                irreversibilmente spezzato l’unita del “mare nostrum” romano.
                     Roma restava un nome vuoto: da secoli aveva perso il suo
                ruolo  centrale!  Già  lo  aveva  Carlomagno,  che  aveva  scelto
                Aquisgrana come sua residenza privilegiata. Tutti gli imperatori
                che avevano cercato di rivalutare Roma, a cominciare da Ottone
                I,  II  e  III  avevano  miseramente  fallito.  E  poi,  era  passata  la
                stagione dei papi arroganti, che osavano mettere in ginocchio re e
                imperatori.
                     Memorabile il 1303: l’anno della scomunica.
                     Il 7 marzo un messaggio codificato, vergato dalla mano del
                re,  giungeva  nella  cancelleria  di  Guglielmo  da  Nogaret:  gli
                lasciava mano libera!
                     Cinque  giorni  dopo,  nel  corso  della  riunione  degli  Stati
                Generali  di  Francia  tenutasi  nel  palazzo  del  Louvre,  il  fidato


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