Page 165 - I templari e il filo segreto di Hiram
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purgatorio, Virgilio esorta Dante ad accettare l’invito
dell’Angelo ad affrontare l’ultima prova: quella del fuoco.
L’Inferno può essere rappresentato come il percorso
dell’Apprendista: il suo “gabinetto di riflessione”; il Purgatorio il
percorso del Compagno d’Arte, disseminato di prove iniziatiche,
e il Paradiso come itinerario del Maestro. In quest’ultimo tratto,
ultimata la preparazione, il “primo maestro” (Virgilio) scompare:
ormai è necessaria un’altra guida, Beatrice. Poi, alla fine del
viaggio ultraterreno (Paradiso 31° canto) subentra l’ultima guida
e chi è? San Bernardo di Clairvaux: il forgiatore dell’Ordine
Templare!
Dante condanna per ben sei volte papa Clemente V
all’Inferno! Lo definisce inclemente “un pastor sanza legge”.
Poi, in Paradiso, tramite San Pietro gli nega la legittimità del
soglio pontificio.
“Quelli che usurpa in terra il luogo mio,
il luogo mio il luogo mio, che vaca
nella presenza del figliuol di Dio,
fatt‟ha del cimitero mio cloaca”
(Paradiso. XXVII, 22-26).
Per Dante, infatti, Clemente V è un usurpatore.
Inizialmente, dopo l’arresto dei Templari, Dante sperò in un
intervento di Clemente V in loro favore. Quale illusione.
Nel 1310, con i Templari in catene in Francia e Inghilterra,
l’Alighieri scrisse due lettere in favore del papa: la prima ai
principi italiani e ai senatori di Roma; la seconda all’imperatore
Arrigo VII. Soltanto in seguito si rese conto dell’abbaglio e
sprofondò Clemente V nel più profondo Inferno; non tanto
perché simoniaco e corrotto, ma per il tradimento perpetrato nei
confronti dei Templari. Fu allora che mise sulle labbra di
Beatrice le parole di condanna, segnalandolo come “prefetto del
foro divino”: massimo giudice nel tribunale che condannò i
Templari.
Parve allora illuminante l’incontro riservato tra il re e
l’arcivescovo di Bordeaux, futuro papa, nella foresta di Saint
Jean d’Angeli. Un abboccamento per accordi segreti: il soglio di
San Pietro in cambio d’indicibili favori a Filippo “il Bello”, a
cominciare dalla testa del sovrano maestro templare per finire
con il trasferimento della sede papale ad Avignone.
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