Page 160 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 160
pagina n.159 420451_LAVORATO.pdf
pressi dell’arcivescovado.
Tra il 1288 e il 1290 tanto Noffo Dei quanto Ranieri Iacobi
erano al servizio del grande banchiere Ceperello Diotaiuti di
Prato, per il quale incassavano decime ed entrate che versavano
per Filippo il Bello nella sede del Tempio a Parigi.
Fu allora che Noffo Dei ebbe un grosso guaio giudiziario:
accusato di peculato, fu arrestato e imprigionato con il suo
complice, un certo Jean de Calais, canonico di Saint-Etienne de
Troyes. L’accusa, alquanto dettagliata, riguardava la sottrazione
di decime destinate alla regina Giovanna di Navarra, moglie di
Filippo il Bello.
In seguito Jean de Calais riuscì a fuggire e di questa fuga fu
accusato il suo vescovo: Guichard de Troyes. Un’accusa
decisamente infondata, formulata da Guillaume de Nogaret. Ma
quel vescovo aveva una colpa gravissima da espiare: nella lotta
tra Bonifacio VIII e il re di Francia aveva parteggiato per il papa.
Noffo Dei vedeva il nodo scorsoio della forca davanti agli
occhi e cercò in ogni modo di allontanarlo. Per questo motivo si
disse disposto a collaborare con la Giustizia e si prodigò
nell’accusare il complice in fuga di ogni misfatto, incluso il suo
vescovo che asseriva di conoscere molto bene: eresia,
stregoneria, sodomia, usura, simonia, veneficio e, addirittura, che
con le sue arti infernali avesse causato la morte della regina
Giovanna.
In tal modo Noffo Dei fu scarcerato per i servigi resi alla
giustizia, mentre il vescovo subì due processi: nel primo, per
veneficio, fu assolto; ben più arduo il secondo processo, per
tradimento contro il re e per eresia, abilmente gestito da
Guillaume de Nogaret.
Di Noffo Dei si ricordarono il re di Francia e il suo fidato
cancelliere Guillaume de Nogaret al momento di colpire
mortalmente l’Ordine del Tempio. Noffo Dei era un templare:
soltanto un cavaliere dal bianco mantello avrebbe potuto portare
le decime e le imposte della Navarra nella torre del Tempio a
Parigi.
Ancora una volta Noffo Dei fu prodigo d’informazioni e di
accuse. Perché? Per amore della giustizia? Per lealtà verso il re?
Per riconoscenza verso il potente cancelliere che lo aveva
scarcerato o, piuttosto, per diretto interesse dei banchieri toscani,
che ambivano scalzare i Templari dalla gestione della finanza
europea?
159