Page 164 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                profondamente le canzoni dei Trovadori.
                     I Templari ebbero un ruolo in questa tensione culturale?
                     Una domanda alla quale è impossibile rispondere.
                     Di certo i Cavalieri dai bianchi mantelli si trovavano in una
                posizione  privilegiata,  per  i  loro  contatti  con  i  Catari,  con  il
                mondo  mussulmano,  con  la  stessa  cultura  ebraica;  per  la  loro
                proiezione ideale verso la Gerusalemme Terrena ispirata da San
                Bernardo.  Inevitabilmente  vi  fu  una  convergenza  tra  la
                spiritualità templare e la tensione poetica della “nuova sapienza”
                cara ai “Fedeli d’Amore”.
                     Una domanda, senza risposta, riguarda direttamente Dante:
                fu adepto laico dell’Ordine? Ne fu soltanto simpatizzante?
                     La sua adesione ai “Fedeli d’Amore” comportò comunque
                un’appartenenza ideale all’Ordine del Tempio.
                     Una  perfetta  lettura  della  sua  opera  maggiore,  la  Divina
                Commedia,  comporta  un’attenzione  peculiare  all’esoterismo  e
                alla militanza tra i “Fedeli d’Amore”, tra i quali figuravano molti
                artisti  dell’epoca:  Cavalcanti  Guido,  Guinizzelli  Guido,  Cecco
                d’Ascoli, Cino da Piastoia…
                     Occorre  ricordare  che  all’epoca  soltanto  l’allegoria,  il  cui
                significato  era  noto  esclusivamente  agli  iniziati,  permetteva  di
                filtrare tra le maglie di Santa Romana Chiesa, onnipresente a tutti
                i  livelli,  attenta  a  qualsiasi  eresia,  sospettosa  nei  riguardi  di
                qualsiasi opera artistica, anche la più ingenua.
                     Vi  sono  aspetti  nell’opera  dantesca  che  lasciano  trasparire
                una  simpatia  del  poeta  verso  l’Ordine  del  Tempio  come,  ad
                esempio, il dualismo Croce-Aquila e i cenni ricorrenti alla “rosa
                mistica”.
                     La  scelta  di  questi  due  simboli  e  il  loro  accostamento
                sintetico  denotano  inequivocabilmente  un  patrimonio  culturale
                templare. Un sigillo dei sovrani maestri del Tempio era un’aquila
                affiancata da due stelle, sormontata da una croce che poggia su
                una roccia.
                     L’intera  Divina  Commedia  può  essere  considerata  un
                simbolico percorso iniziatico e la “gnosi templare” ne costituisce
                il filo conduttore!
                     Lo  stesso  Virgilio,  che  “per  lungo  silenzio  parea  fioco”,
                appare  come  il  maestro  esperto,  “il  terribile”  nella  tradizione
                massonica, che accompagna Dante e lo sostiene lungo il percorso
                iniziatico.
                     Il  percorso  iniziatico  si  fa  palese  quando,  in  cima  al


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