Page 163 - I templari e il filo segreto di Hiram
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ancora, la dottrina di Sigieri di Brabante, influenzata da concetti
cabalistici e avverroistici, ebbe una notevole influenza sui
giovani adepti Templari.
Dante, uomo del Medioevo, colse appieno la contraddizione
del papato: faro della cristianità e, nel contempo, succube del
nepotismo, impregnato di simonia, immerso fino alla gola nella
lotta per il potere. Per l’Alighieri l’armonia universale si basava
sull’armoniosa coesistenza tra le due forze del papato e
dell’impero simboleggiati dalla croce e dall’aquila. Ogni male
del mondo derivava dalla confusione dei ruoli tra queste due
entità.
Dante individuava come causa primaria di degenerazione
l’Ecclesia Carnalis, originata dalla mistificazione della
“Donazione di Costantino”: causa del potere temporale della
chiesa, un’aberrazione! All’Ecclesia Carnalis contrapponeva la
“vera Chiesa”, l’Ecclesia Spiritualis caldeggiata dai francescani
spirituali. Sussisteva una palese sintonia della “scuola dei Fedeli
d’Amore” con Gioacchino da Fiore, morto nel 1202; più ancora
con Bernardo da Clairvaux, tra i grandi promotori dell’Ordine dei
Cistercensi e dell’Ordine Templare, ai quali attribuì regole
monastiche molto rigorose.
In quegli anni sussisteva una grande aspettativa per una
chiesa purificata, che non s’identificava affatto con i deliri
imperiali di Bonifacio VIII e, tanto meno, con la pavidità di
Clemente V di fronte alle pretese del re francese. Unica parentesi
fu il regno di papa Celestino V, tramontata nel modo peggiore
con il “gran rifiuto”. Ad ogni modo, intensa era l’attesa di un
papa angelico, restauratore dell’Ecclesia Spiritualis. Una stagione
d’intensi fermenti generati da Patarini e Catari: anni caratterizzati
da una nuova spiritualità, alla quale non erano estranee le
Crociate che inevitabilmente avevano avviato contatti non solo
superficiali con l’universo musulmano. La stessa conquista latina
dell’Impero d’Oriente, tramite la IV Crociata, aveva finito per
influenzare la gretta cultura occidentale apportandole nuova
linfa, come il neoplatonismo e la sapienza greca.
Espressione emblematica di quei “tempi nuovi” fu il regno
di Federico II, stupore dell’umanità, con la sua raffinata corte
aggregante poeti, medici, filosofi dove si generò la medicina
moderna e la “poesia d’amore”, caratterizzata dall’esaltazione
della sapienza intesa in senso gnostico. Un movimento culturale
che ben presto dilagò in Toscana e in Provenza, dove impregnò
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