Page 161 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     Domande che resteranno per sempre senza risposta; poiché
                la risposta è scesa nella tomba con Noffo Dei e, forse, con i suoi
                datori di lavoro: Ranieri Iacobi e Ceperello Diotaiuti.
                     Denunce articolate, fatali ai templari.
                     Noffo  Dei  fu  indubbiamente  il  più  implacabile  e
                determinante  degli  accusatori  dei  Templari.  In  seguito  fu
                nuovamente incarcerato e questa volta non riuscì più a salvarsi:
                di fretta, una fretta molto sospetta, fu impiccato su preciso ordine
                del re di Francia.
                     Un  testimone  scomodo  che  andava  zittito?  Aveva  preteso
                qualcosa che il re non poteva dargli? Forse cercò disperatamente
                di salvarsi l’anima, quando dichiarò che le sue accuse contro il
                vescovo  di  Troyes  erano  false?  Ma  confermò  che  le  accuse
                formulate  contro  i  Templari  erano  precise  e  circostanziate.  Ad
                ogni modo, proprio grazie a Noffo Dei il vescovo Guichard de
                Troyes fu assolto quando aveva già un piede sul patibolo; ma non
                venne reintegrato nella sua diocesi: fu trasferito da Clemente V
                nella  remota  diocesi  Djakovar,  in  Bosnia,  sugli  estremi  confini
                della civiltà cattolica.
                     Oppure  Noffo  Dei  si  fece  troppo  audace?  Pretendeva  un
                ruolo che non gli spettava? Si spinse a minacciare il re? Di certo
                sapeva  troppe  cose  e  non  era  affidabile  come  Guglielmo  da
                Nogaret.
                     Fu denunciato per malversazione, su richiesta di Filippo il
                Bello.  E  in  un  simile  frangente  i  suoi  protettori,  i  banchieri
                fiorentini  e  lombardi,  non  esitarono  a  voltargli  le  spalle.
                Probabilmente era diventato ingombrante anche per loro! Proprio
                in quegli anni cominciava per quegli intraprendenti banchieri una
                radiosa  stagione:  si  erano  disfatti  dei  loro  più  pericolosi
                concorrenti  e  ovunque,  rapidamente,  prendevano  il  posto  dei
                Templari  nel  settore  finanziario,  anche  nella  riscossione  delle
                decime papali, in tutta Europa. Un affare colossale!
                     Dante  condannò  Noffo  Dei  all’Inferno,  senza  mai
                nominarlo;  probabilmente  per  non  esternare  le  sue  simpatie
                templari o, addirittura, la sua stessa appartenenza al’Ordine del
                Tempio. Ad ogni modo attribuì  gravi colpe a quel personaggio
                emblematico,  avventuriero  che,  per  certi  aspetti,  ricorda  alcuni
                spregiudicati  banchieri  moderni.  Era  stato  un  templare;  ma  in
                seguito, espulso dall’Ordine, era passato al servizio dei banchieri
                lombardi  e  fiorentini  e  fece  pagare  a  carissimo  prezzo
                quell’espulsione, non esitando a mettersi al servizio del grande


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