Page 155 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                Bello, che con la sua elezione “si tolse veramente una spina dal
                fianco”.
                     Il primo provvedimento papale fu la nomina di dieci nuovi
                cardinali: un inglese e nove francesi. Una scelta emblematica che
                mise in minoranza gli italiani nel Sacro Collegio. A questo punto
                i  Templari  erano  condannati!  Non  lo  sapevano,  ma  erano  le
                vittime sacrificali da immolare ai mutati rapporti tra Santa Sede e
                il regno di Francia.
                     In  seguito,  concessa  mano  libera  a  Filippo  il  Bello  per
                procedere all’arresto dei Templari, il papa stesso si preoccupò di
                legittimare quel colpo di mano e convocò un concilio a Vienne,
                nel  Delfinato,  ufficialmente  fuori  dal regno  di  Francia;  di  fatto
                sotto controllo del re di Francia.
                     Un  concilio  mascherato,  inizialmente,  da  una  disputa
                teologica  riguardante  le  tesi  dell’Olivi:  se  il  Messia  fosse  già
                morto  nel  momento  in  cui  la  lancia  di  Longino  gli  violava  il
                costato,  se  l’anima  umana  fosse  già  completa  al  momento  del
                concepimento e se il battesimo fosse efficace contro il peccato
                originale  anche  nei  bambini  in  tenera  età,  o  se  lo  si  dovesse
                ricevere solo al momento della “maggiore età”.
                     Il quindicesimo concilio ecumenico nella storia della Chiesa
                fu  convocato  il  12  agosto  1308  e  fin  dall’inizio  fu  palese  che
                qualcuno barava: il re di Francia! Su 231 vescovi metropoliti e
                prelati  convocati,  se  ne  presentarono  poco  più  della  metà:  123
                per l’esattezza, in gran parte francesi. In quanto ai re, previsti in
                numero  di  quattordici,  sene  presentò  soltanto  uno:  il  diretto
                interessato, Filippo il Bello!
                     Dante Alighieri non fu il solo a contestare l’ecumenicità di
                quel Concilio.
                     Più di un cronista inglese dell’epoca ebbe a scrivere:
                     "Questa  assemblea  non  si  può  nemmeno  chiamare  un
                concilio, perché il papa fa tutto di testa sua e i padri conciliari
                non possono far altro che assentire!”
                     Quel  concilio  asservito  alla  volontà  del  re  di  Francia
                appariva  a  molti  come  espressione  dell’Ecclesia  Carnalis:  la
                Chiesa asservita alla volontà del re di Francia.
                     Ubertino  da  Casale  definirà  Clemente  V  il  continuatore
                dell’"Antichristus Mysticus": Bonifacio VIII.
                     Nonostante  queste  premesse  il  concilio  di  Vienne  ebbe
                comunque difficoltà a decretare la soppressione dell’Ordine dei
                Templari,  non  trovando  appigli  legittimi  per  procedere  a  un


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