Page 150 - I templari e il filo segreto di Hiram
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allo stesso Impero. Probabilmente aspirava a trasferire alla casa
regnante di Francia la stessa corona imperiale, le cui casate erano
sempre più deboli e in crisi; ma quanti ostacoli in questo
cammino: la cronica debolezza delle finanze regie, il papato
arrogante e, soprattutto, l’ingombrante Ordine del Tempio,
troppo potente, in tutti i sensi.
Ad un certo punto, quando la tensione tra il trono di Francia
e il soglio di Pietro raggiunse l’apice, lo stesso re non si sentì al
sicuro nei suoi stessi palazzi a causa dei Templari che
costituivano il braccio armato del papa in tutta l’Europa.
Da molto tempo, soprattutto dai tempi di Celestino V, il
papa monaco, il gran vegliardo del “gran rifiuto”, i cavalieri dai
bianchi mantelli costituivano una milizia pontificia in grado di
operare a livello internazionale: una latente minaccia per tutti i re
e tutti i principi, aggravata dagli enormi debiti contratti con
l’Ordine del Tempio.
Per questo motivo il re di Francia aveva reagito
confusamente e violentemente alle pretese del papa, spingendosi
a un atto di forza estremo: il tentativo di catturarlo! In questo
tentativo audacissimo trovò preziosi alleati a Roma e in Italia,
soprattutto l’appoggio della famiglia Colonna, nemica giurata di
Bonifacio VIII dopo la totale distruzione di Palestrina, sede della
loro famiglia. Furono queste premesse a portare all’offesa dello
“schiaffo” di Anagni, inferto al papa dal cancelliere Guillaume
da Nogaret, uomo di fiducia di Filippo “il Bello”; lo stesso che
proditoriamente, poco tempo dopo, avrebbe coordinato l’arresto
dei Templari, in tutto il regno, nella fatidica alba del 13 ottobre
1307.
Forse Filippo “il Bello” fu un sovrano veramente crudele,
forse addirittura paranoico; ma fu un re geniale! Non arretrò di
fronte a ostacoli che parevano insormontabili allo scopo di
trasformare il regno di Francia da un simulacro di regno in uno
stato nuovo, efficiente: sogno che sarebbe stato pienamente
coronato trecento anni dopo Luigi XIV, il Re Sole.
Fu l’unico sovrano medioevale a comprendere che la
feudalità aveva svolto il suo ruolo: aveva fatto il suo tempo! Per
questo motivo si appoggiò alla nascente borghesia cittadina,
soprattutto a Parigi, relegando in un angolo la nobiltà feudale.
In un certo senso era anche un re democratico! Di fronte a
ogni ostacolo ricorreva alla convocazione degli Stati Generali
costituiti da mercanti, artigiani, piccoli proprietari, scrivani,
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