Page 135 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 135
pagina n.134 420451_LAVORATO.pdf
tre possenti castelli in Galilea, tutti dotati di vaste proprietà
con villaggi: il “castello dei Pellegrini”, la rocca di Safed e la
fortezza di Belvoir;
in Libano l’impressionane Beaufort e la rocca di Arqa;
il Château Rouge e Château Blanc in Siria, con il porto
strategico di Tortosa, protetto da imponenti difese. Dopo la
caduta di Gerusalemme Tortosa divenne la loro “casa madre” in
Oriente;
i poderosi castelli di Boghras, conteso a lungo a re Leone
della Piccola Armenia e di Gastun, strategici sulle rive
dell’Oronte, nel Principato di Antiochia.
Più avanti, in Cilicia, lungo la strada che giungeva da
Costantinopoli attraverso l’Anatolia, la Roche-Guillaume e la
Roche-Russole, l’avamposto di Darbsaq e il porto di Bonnelle.
Gaza fu per lungo tempo il più importante possedimento
templare a meridione, con imponente castello, situato sulla strada
che conduceva in Egitto.
Infine la loro “capitale”, dopo la perdita di Gerusalemme:
Tortosa sulla costa della Siria, popolata in gran parte da
Provenzali.
Esemplare il presidio del castello di Safed, in Galilea, che
costava circa 40.000 bisanti all’anno per le manutenzioni e il
mantenimento della guarnigione, più di mille persone: 50
cavalieri, 40 sergenti, 70 turcopoli, 300 balestieri e 700 scudieri;
un numero imprecisato di cavalli, sicuramente più di cento, di
operai e servi, con le loro famiglie.
In Occidente ogni “Lingua” aveva il suo “Tempio” e tra
questi il più importante era quello di Parigi, che assurse a cuore
finanziario d’Europa grazie ai Templari. Anche il tesoro reale di
Francia era affidato al Tempio di Parigi!
Ai tempi di re Filippo Augusto il cavaliere Aymard
assommava in sé il ruolo di tesoriere del Tempio e tesoriere
regio. Quando poi quel re partì per la crociata, decretò che le
tutte le tasse riscosse durante la sua assenza fossero depositate tra
le mura sicure del Tempio.
Soltanto re Filippo il Bello s’ingegnò di sottrarre ai
Templari quell’importante monopolio e trasferì il tesoro regale al
Louvre, affidandolo a banchieri italiani. Ma otto anni dopo, nel
1303, visti i deludenti risultanti, il tesoro ritornò al Tempio: in
quei giorni la soppressione dell’Ordine sembrava ancora lontana.
Ne conseguiva che la richiesta del prestito di 300.000 Fiorini era
134