Page 140 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 140

pagina n.139      420451_LAVORATO.pdf







                     Una  frase  del  templare  Gerard  de  Passage,  che
                probabilmente  non  l’aveva  neppure  pronunciata,  godeva  di
                popolarità  sinistra:  “La  croce  di  Gesù  non  è  altro  che  un
                miserabile pezzo di legno!”
                     In Francia si diceva: boire comme un Templier (bere come
                un Templare).
                     In  Inghilterra  i  giovani  cantavano  beffardi:  “Custodiatis
                vobis  ad  osculo  Templariorum!”  (Guardatevi  dai  baci  dei
                Templari!)”
                     A Cipro era in voga un giuramento:
                     “Prometto  di  difenderti  come  fanno  i  Templari  tra  loro:  a
                torto o a ragione!”
                     Correva  voce  che  quegli  arroganti  cavalieri  fossero
                lussuriosi,  dediti  a  orge  e  a  riti  satanici,  e  rapissero le  vergini,
                corrompessero   le   vedove,   reclutassero   le   puttane   e
                commettessero nefandezze ancora peggiori.
                     Si  fantasticava  che  celebrassero  cerimonie  blasfeme,  non
                temessero  Dio  e neppure Gesù  Cristo;  che  adorassero  un  idolo
                rappresentato da un misterioso uomo baffuto, che calpestassero
                la  santa  croce  e  che  si  fossero  inventati  una  loro  religione
                misteriosa e diabolica.
                     Una  diceria  diffusa  in  tutta  l’Europa  voleva  i  Templari
                altezzosi e arroganti.
                     Un’ipotesi  sostenuta  da  alcuni  storici,  mai  dimostrata,
                insinua che i Templari osarono negare l’appoggio armato al papa,
                durante  lo  spigoloso  confronto  con  l’imperatore  Federico  II  di
                Svevia, poiché disdegnavano di schierarsi a fianco di fazioni che
                litigavano  sugli  orizzonti  del  Sacro  Romano  Impero,  guelfe  o
                ghibelline che fossero. La loro missione era altrove, in Palestina:
                la croce contro le bandiere verdi di Maometto, non contro altre
                croci, inclusi i Catari!
                     Questo atteggiamento altezzoso, giudicato persino insolente,
                aveva  irritato  i  Domenicani.  Per  la  verità,  inizialmente,  i  frati
                inquisitori  avevano  corteggiato  i  Templari,  allo  scopo  di
                riscuotere  qualche  credito  presso  le  nobili  famiglie  con  cui  i
                Templari erano imparentati; ma il mite comportamento palesato
                nei confronti dei Catari, principalmente verso gli Albigesi, aveva
                finito per rendere i Domenicani nemici implacabili dei Templari.
                In  seguito  li  avrebbero  perseguitati  senza  tregua,  nei  giorni
                tragici in cui furono tacciati di eresia.
                     I rapporti tra Templari e Catari costituiscono tutt’oggi una


                                            139
   135   136   137   138   139   140   141   142   143   144   145