Page 141 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 141

pagina n.140      420451_LAVORATO.pdf







                zona  d’ombra  inesplorata  e  forse  inondabile:  è  noto  che  la
                “Militia Templi” fu restia a impegnarsi nella “crociata cismarina”
                che portò alla devastazione della Linguadoca; non un cavaliere
                del Tempo, secondo quanto registrano le cronache dell’epoca, vi
                partecipò!
                     A  papa  Onorio  III,  deluso  dallo  scarso  impiego  di  quei
                cavalieri  nella  Terra  d’Oc,  il  gran  maestro  spiegò  che  la
                cavalleria  del  Tempio  era  totalmente  dedita  alla  crociata
                “transmarina”, ben più impegnativa di quella “cismarina”.

                     E’ opportuno analizzare, anche, il destino degli altri grandi
                ordini cavallereschi che, dopo il disastro delle Crociate, furono
                relegati ai margini della cristianità, a difenderne i confini.
                     Gli  Ospedalieri  furono  relegati  dapprima  a  Rodi  e  poi  a
                Malta,  e  poterono  contare  soltanto  su  scarsi  aiuti  dagli  stati
                europei. A Rodi furono praticamente abbandonati al loro destino
                e a Malta rischiarono di fare la stessa fine.
                     I Teutonici furono inviati nelle terre brumose del Baltico, a
                combattere  sull’estrema  frontiera  dell’Europa  contro  popoli
                considerati barbarici e pagani.
                     Ma  per  i  Templari,  così  radicati  in  terra  di  Francia  e
                soprattutto  a  Parigi  e  nella  Champagne,  sarebbe  stata  possibile
                una simile soluzione?
                     Ai  tempi  delle  crociate,  nei  regni  e  nei  principati  del
                Levante, la loro presenza aveva condizionato pesantemente sia le
                autorità  secolari  che  ecclesiastiche;  ma  svolgevano  un  ruolo
                fondamentale  nella  difesa  di  quei  territori,  sotto  costante
                minaccia  islamica.  Così  non  era  in  Europa!  Gli  stessi  re  di
                Castiglia e di Aragona, impegnati nella riconquista della penisola
                iberica,  non  li  gradivano  e,  ovviamente,  privilegiavano  “ordini
                cavallereschi  nazionali”  direttamente  dipendenti  dalla  loro
                autorità.
                     Era inevitabile che i Templari fossero in rotta di collisione
                con  il  regno  di  Francia,  dove  maggiormente  si  concentrava  la
                loro presenza.  Il  re  di  Francia, ormai,  temeva  per  il  suo  stesso
                trono. Un quarto di Parigi e un quarto del suo regno, la “dolce
                Francia”, erano in mano all’Ordine del Tempio! O no! I Templari
                non si sarebbero accontentati di staterelli come la Prussia o come
                il Dodecaneso (con penisole adiacenti come quella di Alicarnasso
                in  Asia  Minore),  come  stava  accadendo  per  i  Teutonici  e  gli
                Ospedalieri. A questo punto la questione era di vitale importanza


                                            140
   136   137   138   139   140   141   142   143   144   145   146