Page 144 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                     A  pochi  turisti  è  noto  che  in  quel  luogo  furono  alzati  i
                quattro  roghi  in  quella  remota  alba  del  1314,  18  marzo,  dopo
                sette anni terribili di durissima prigionia.
                     L’inverno stava finendo, ma faceva ancora freddo.
                     Quei  quattro  uomini  sembravano  dei  fantasmi,  per  i
                patimenti subiti.
                     All’epoca l’ambiente dove si consumò il patibolo era molto
                diverso: c’era soltanto un isolotto minuscolo, noto come l’Isola
                dei Giudei.
                     Una  stagione  di  civiltà  si  spegneva  in  quei  roghi  lungo  la
                Senna. Forse, in quei roghi, si dovrebbe far finire il Medioevo.
                     Di  certo  le  riunioni  dei  Templari,  sempre  accuratamente
                segrete, non potevano non inquietare i funzionari governativi: i
                loro “Capitoli” avvenivano con porte chiuse e guardie armate alle
                porte e persino sui tetti.
                     Più inquietante ancora la raccomandazione misteriosa:
                     “Per  passaggi  sotterranei  condurrete  i  maestri  costruttori
                nei vostri capitoli e a coloro che esterneranno timore, conferirete
                il Consolamentum sull‟uscio, davanti a tre testimoni”.
                     A onor del vero non tutti i regnanti d’Europa perseguirono i
                Templari.
                     Ad  assolverli  pubblicamente  provvide  Baldovino,  fratello
                dell’imperatore Arrigo VII, principe elettore di Treviri.
                     In maniera analoga si comportò il re d’Aragona e di Sicilia,
                quando  a  Salamanca  decretò  che  i  “Mantelli  Bianchi”  non  si
                potevano perseguire; ad ogni modo cedette all’avidità, alimentata
                dalle casse regie pressoché vuote, e ne confiscò i beni.
                     Lo  stesso  imperatore  del  Sacro  Romano  Impero  si  erse  a
                difensore dei Templari.
                     I francescani “Spirituali” non smisero mai di levare la loro
                voce accorata a difesa dell’Ordine, nonostante le ire papali.
                     L’arcivescovo  di  Ravenna,  che  partecipò  al  Concilio  di
                Vienne,  mandò  assolti,  senza  tortura,  tutti  i  Templari  presenti
                nella giurisdizione romagnola.
                     Fu proprio a causa di tante voci di dissenso se il 13 marzo
                1311  papa  Clemente  V  autorizzò  l’uso  della  tortura  contro  i
                Templari. Da questo momento non potevano più sussistere dubbi
                sulle sue reali intenzioni e sul totale asservimento alla volontà di
                Filippo il Bello!
                     In  realtà,  la  spiegazione  storica  sulla  fine  dei  Templari  è
                molto semplice: l’Ordine del Tempio e il regno di Francia erano


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