Page 85 - La Massoneria Rivelata
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uniformi si coprirono di disdicevole melletta. Secondo alcuni il
fortunale fu una sorta di vendetta postuma del nostro, offeso per
il mancato rispetto delle sue volontà. I clericali però alzarono il
tiro: altro che spirito di Garibaldi! Era stato l’Onnipotente a dare
un segno tangibile della propria ira.
Il Buon Dio poi, non contento, qualche mese più tardi
sarebbe andato ancora oltre. Il 9 luglio di quello stesso anno,
infatti, la loggia Garibaldi di Montevideo si riunì per
commemorare l’eroe, nominato anni prima Maestro Venerabile
Onorario. L’evento fu organizzato in una palazzina a due piani
in via San Giuseppe, e vi parteciparono cinquecento Liberi
Muratori con le loro famiglie. A un certo punto scoppiò un
furioso incendio, che causò diciannove morti e numerosi feriti.
«Ecco gli strali dell’Altissimo», commentò qualcuno, «che si
scatenano contro chi ha irriso il ‘Geova dei sacerdoti’.»
Dopo la morte dell’Eroe, il ricordo del Primo Massone
d’Italia continuò a imperare fra i Liberi Muratori, tanto che a
Caprera si effettuavano battesimi massonici. In tali occasioni, un
padrino e una madrina tenevano il battezzando sopra la tomba
di Garibaldi, mentre un Maestro Venerabile effettuava il rito
pronunciando la seguente formula: «Nella gloriosa casa di
Giuseppe Garibaldi in Caprera, sono comparsi […] i quali,
presentano a noi testimoni sottoscritti il loro figlio […]
dichiarano di volerlo battezzare in omaggio alla memoria del
gran Duce, nella Terra Sacra, legandolo così al culto del Vero,
del Bello, del Buono […] Egli viene quindi battezzato in nome
del Grande Architetto dell’Universo e sotto gli auspici della
Libera Universale Famiglia».
Lo stretto legame fra Giuseppe Garibaldi e la massoneria è
dimostrato anche dalle vicende intorno alla pubblicazione delle
Memorie. Queste furono pubblicate nel gennaio 1888
dall’editore Gaspero Barbera, che aveva ottenuto l’esclusiva da
Menotti Garibaldi per la somma di 11.250 lire. Alla firma del
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