Page 90 - La Massoneria Rivelata
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Taxil, che tre anni prima era stato definito da «Civiltà
Cattolica» come «l’immondo pornografo di mestiere», divenne
la bandiera dell’antimassoneria. Il Francese sembrò infatti la
leva adatta a scardinare «i templi della vergogna»: la sua
conoscenza diretta, unita all’ardore del neofita e all’abilità del
comunicatore, ne facevano un’arma micidiale per la crociata.
Nel 1886 la sua fama era già alle stelle, tanto che si recò a
Roma dove incontrò i cardinali Rampolla e Parocchi. Questi gli
procurarono un’udienza particolare del pontefice. Leone XIII,
che aveva definito la massoneria una “sinagoga di Satana”,
conversò amabilmente con il redento per tre quarti d’ora, poi gli
chiese quale fosse il suo più grande desiderio. Taxil rispose:
«Santo Padre, morire ai vostri piedi, in questo momento,
sarebbe la mia più grande felicità». Il papa gli fece allora
presente che la sua vita era estremamente utile «per i
combattimenti della fede» e venne perciò incoraggiato ad
andare avanti, vuotando il sacco fino in fondo.
Ed ecco che dalla sua fervida fantasia uscirono informazioni
che avevano del comico: vi era Lemmi che forava ostie
consacrate, o che avvelenava Crispi per poi salvarlo con un
antidoto, previo giuramento di assoluta obbedienza;
comparivano demoni e demonietti di ogni genere e forma che
provvedevano a far da postini per le autorità massoniche, a
scrivere profezie con la coda, a suonare al pianoforte lubriche
sinfonie o, più astutamente, ad amoreggiare con le sorelle. Per
divulgare simili scemenze, Taxil creò la figura di Diana
Vaughan, ispirandosi a una sua collaboratrice, «piuttosto libera
pensatrice, dattilografa di professione e rappresentante di
macchine da scrivere prodotte negli Stati Uniti».
Nelle sue mani, Diana diventò una fanciulla che era stata
istradata fin da piccola al culto luciferino del Nuovo Rito
Palladico Riformato, fondato dal generale Pike il 20 settembre
1870. La ragazza era salita velocemente nella gerarchia della
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