Page 95 - La Massoneria Rivelata
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della Vedova volevano vendicarsi della Francia, responsabile del
                ’49  e  di  Mentana.  Seguirono  montagne  di  calunnie,  sospetti,

                invettive, rivolte più che altro ad Adriano Lemmi, accusato di

                aver come aiutanti i soliti, sulfurei abitanti dell’Inferno.
                    Non  pago,  Margiotta  avvalorò  quanto  era  stato  scritto

                Oltralpe  testimoniando  di  aver  incontrato,  a  Napoli,  la
                misteriosa Diana Vaughan. È probabile che in un primo tempo

                fosse realmente convinto della sua esistenza, tanto che le scrisse
                una  lettera  chiedendole  un  prestito  di  100.000  lire  per

                risistemare  la  sua  casa  di  Palmi,  danneggiata  dal  terremoto.
                Ovviamente  la  sua  richiesta  cadde  nel  vuoto,  e  alla  speranza

                subentrò delusione e rabbia. Perciò l’ex massone, infuriato, mise
                in dubbio l’esistenza stessa della pulzella dando la stura a una

                rovente  polemica  che  gettò  olio  sul  fuoco:  i  dubbi  iniziarono
                infatti a moltiplicarsi, e più d’uno iniziò a temere una bufala.

                    Tuttavia Taxil proseguì per la sua strada e continuò ad avere
                successo,  insistendo  a  precisare  il  complesso  disegno  eversivo

                della massoneria, alla quale attribuiva delitti insoluti, episodi di

                corruzione  e  di  malcostume.  I  suoi  libri  erano  ancora  più
                accattivanti  grazie  a  una  rozza  ma  efficace  capacità  narrativa,

                impostata su un succedersi di quadri a tinte fosche, di storie, di
                personaggi, che ricostruiscono, tessera dopo tessera, un grande

                mosaico di perversione, di crimini, di complotti.
                    Egli soddisfece anche la curiosità più spicciola, indicando il

                nome  “del  massone  della  porta  accanto”,  attraverso  la
                pubblicazione  di  un  volume  contenente  circa  seimila  nomi  di

                confratelli francesi, con tanto di professione e indirizzo, che fu
                un  ulteriore  successo,  tanto  che  seguì  una  replica  con  altri

                novemila  nomi.  Anche  in  questo  Taxil  fu  un  innovatore,
                inventando  un  nuovo  “genere”,  la  cui  fortuna  durò  a  lungo.

                Inoltre, il tono memorialistico e di esperienza diretta, unito alla
                morbosità  con  la  quale  si  “svelavano”  riti  sado-erotici,

                aggiunsero ancora più fascino ai suoi testi.

                    Per la buona società borghese di allora – tutta lavoro, Chiesa


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