Page 100 - La Massoneria Rivelata
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casi, anche mal congegnati. Molti che vi avevano creduto ora
erano allibiti; altri accusavano la massoneria dell’ennesimo
complotto, altri ancora cercavano disperatamente
giustificazioni. L’autore, forse, si era divertito, e sicuramente
aveva guadagnato un sacco di soldi.
Taxil, dopo quel 19 aprile si riconvertì, anzi sparì; assunse
uno pseudonimo femminile e passò gli ultimi anni della vita a
scrivere ricette e opere di cucina.
A loro volta i cattolici che si erano maggiormente esposti
abbassarono la cresta, ma solo per un po’: ben presto, insieme ai
nazionalisti, avrebbero ricominciato la crociata con altre armi.
Tutto qui? No, nella storia di Taxil c’è qualcosa che non
torna, e che ricorda il protagonista del Cimitero di Praga di
Umberto Eco.
Simone Simonini, pluriomicida, misogino e crapulone è una
spia, un agente segreto, un doppiogiochista pronto a vendersi a
chiunque lo paghi. Abile nel creare falsi dossier – fatti
soprattutto con ritagli di giornale, convinto che la gente prenda
per buono ciò che già pensa – a un certo punto si pone al
servizio dell’intelligence francese e prepara una campagna
antimassonica mirata e volta a delegittimare qualcuno che dà
fastidio al Ministero degli Interni.
Che Eco, con questo personaggio, si sia avvicinato alla verità?
È possibile: non ci sono prove, ma i sospetti sono tanti
Il primo risiede nell’improvvisa fortuna di Taxil. Chi ne
gonfiò la fama, chi gli assicurò notizie, informazioni, riscontri?
Chi gli garantì un apparato che oggi definiremmo redazione,
tanto abile quanto nascosto? È possibile che tutto quanto fosse
ordito solo da lui, dalla sua segretaria e da qualche vecchio
compagno d’infanzia?
La prima risposta che verrebbe in mente è che dietro il
francese ci fosse la Chiesa, ma non è così. Quest’ultima era
troppo prudente per fidarsi di un ciurmatore che fino a poco
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