Page 101 - La Massoneria Rivelata
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prima aveva infangato preti e monache con il racconto di orge e
                di papi circondati da amanti e concubine.

                    Chi  s’invaghì  delle  tesi  di  Taxil  furono  le  organizzazioni

                laiche cattoliche, le leghe antimassoniche, i giornali scandalistici
                clerico-conservatori; la Chiesa si limitò a sfruttare il fenomeno,

                secondo  il  vecchio  adagio  “il  nemico  del  mio  nemico  è  mio
                amico”. E così fece Civiltà Cattolica, mentre l’episcopato tedesco

                e  quello  americano  non  dettero  mai  credito  alle  storielle  sul
                diavolo Bitrù e il culto luciferino.

                    Il secondo sospetto è dovuto a considerazioni sulle date degli
                eventi  e  sui  difficili  rapporti  fra  Italia  e  Francia.  Nel  regno

                sabaudo dal 1876 era al potere la sinistra storica, che nel 1882
                cambiò  completamente  la  politica  estera,  stipulando  con  gli

                imperi  centrali  la  Triplice  Alleanza  in  funzione  antifrancese.

                Sempre in quell’anno  vi fu  un’altra novità:  l’Italia palesò  mire
                coloniali acquisendo la baia di Assab, e tre anni più tardi la sua
                presenza nel Corno d’Africa si consolidò con l’occupazione di

                Massaua; era il 1885, l’anno del debutto di Taxil.

                    E chi era l’uomo forte della sinistra storica? Francesco Crispi,
                massone della prima ora, appoggiato da Adriano Lemmi, Gran

                Maestro  del  Grande  Oriente  d’Italia.  Lemmi  era  un  banchiere
                abile  e  potente,  che  riuscì  a  dare  un  peso  notevole  alla

                massoneria creando all’uopo anche una loggia segreta, la celebre
                Propaganda  massonica.  All’epoca  i  Liberi  Muratori  italiani

                avevano  tutto:  struttura,  soldi,  uomini  politici,  imprenditori  e
                intellettuali  di  fama.  Sì,  perché  senza  questi  ultimi  si  andava

                poco lontano; Lemmi ne era convinto, e il vate del nuovo corso
                dell’Italia  crispina  era  Giosuè  Carducci,  membro  della

                rispettabile loggia Propaganda massonica. Nel 1887 don Ciccio

                Crispi impresse una notevole accelerazione alla politica estera,
                preoccupando  sempre  di  più  i  francesi.  Adesso  il  Siciliano

                sognava di conquistare un vasto impero africano, dal quale fosse
                possibile controllare le rotte del Mar Rosso. Rinegoziò inoltre la





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