Page 97 - La Massoneria Rivelata
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congratuliamo con voi per codesta impresa […] il vostro
congresso aggiungerà nuovi stimoli ai cattolici affinché,
perdonando agli erranti, non perdonino all’errore».
La Manifestazione fu resa ancora più intrigante dalle
numerose iniziative collaterali, tra le quali messe solenni,
fiaccolate, cortei e una mostra dove erano esposte pubblicazioni,
oltre a simboli e fantasiosi armamentari massonici.
Quattro furono i gruppi di lavoro: il primo era dedicato alla
dottrina massonica, il secondo all’opera della setta, il terzo
all’uso della preghiera come arma per combatterla, l’ultimo alle
strategie per debellarla. Tra i relatori si segnalò don Vincenzo
Longo, che illustrò una tesi già esposta in una sua opera
pubblicata anonima nel 1879. Secondo il sacerdote, la
massoneria si rifaceva a un naturalismo di origine antica che
induceva a riti sessuali e, in ultima analisi, a un culto diabolico.
La soddisfazione fu generale e il conte Paganizzi poté
affermare con enfasi che «per la prima volta i cattolici sfidano
apertamente e direttamente le feroci orde di Satana».
Tuttavia, tra tanto giubilo vi fu una nota stonata che
stemperò alquanto il compiacimento dei partecipanti: era
un’inquietudine strisciante, un indefinibile smarrimento che
sovente si manifestava sui volti compresi e sicuri dei
convegnisti.
Anche se Léo Taxil fece un’applaudita conferenza, da più
parti si lamentò l’assenza di Diana, l’ardimentosa fanciulla che
aveva commosso tante anime pie. Infatti, da tempo molti
affermavano che la pulzella in realtà non esisteva, che era un
falso clamoroso, inventato ad arte. Diversi giornali e personaggi
del mondo cattolico si erano scagliati contro questa ipotesi
aberrante, ma altri avevano mantenuto posizioni più prudenti, e
altri ancora si stavano convertendo al dubbio.
Nel mese di agosto Hermann Gruber, autore di un saggio su
Comte e il positivismo, aveva cercato di dimostrare che le
rivelazioni della “redenta” erano una mistificazione colossale. Si
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