Page 78 - La Massoneria Rivelata
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L’auspicata unificazione sembrava raggiunta, tanto che
Mordini fece pubblicare un manifesto per celebrare l’evento. Si
trattò però di una vana speranza, perché iniziarono
immediatamente le polemiche e i dissensi. In questo clima
Garibaldi, sofferente e probabilmente deluso, rassegnò le
dimissioni l’8 agosto. Il 15 settembre il Gran Consiglio, visto che
con le dimissioni di Garibaldi, anche Mordini aveva lasciato la
carica, nominò reggente Francesco De Luca.
Si concluse così la breve carriera di Gran Maestro di
Garibaldi, ma non il suo impegno e interesse per la massoneria.
Iscritto alla loggia Trionfo Ligure di Genova, nel 1864 compì un
viaggio a Londra dove fu accolto trionfalmente dai confratelli
inglesi, che lo affiliarono alla The Philadelphians di Londra,
un’officina appartenente al Rito di Memphis. In seguito fu
nominato Gran Jerofante del Rito Riformato di Memphis e
Misraim, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente di lingua
italiana d’Egitto e, nel 1867, un’ennesima costituente lo
proclamò Primo Massone d’Italia e Gran Maestro Onorario del
Grande Oriente d’Italia.
Garibaldi si impegnò inoltre a fondo per l’unificazione della
massoneria italiana e spezzò diverse lance in favore
dell’iniziazione massonica della donna: fondò logge femminili,
come la Luigia Sanfelice, la Eleonora Pimentel, il Vessillo della
carità-Anita e provvide a iniziare numerose sorelle, come Giulia
Caracciolo-Cigala, Rosa Zerbi, la figlia Teresita, Luigia Candia,
Susanna Elena Curruthres.
Resta il dubbio se la militanza massonica abbia esasperato il
suo anticlericalismo, o se sia stato Garibaldi, con il suo esempio,
a rendere più anticlericale la massoneria italiana.
Il Generale non era mai stato tenero con la Chiesa, una
tendenza che aveva già mostrato in Sud America: nelle Memorie,
riferendosi a quegli anni lontani, annotava: «Il prete, sotto
codesto cielo benedetto, striscia da rettile, come dovunque, ma
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