Page 76 - La Massoneria Rivelata
P. 76

manomissione  delle  caldaie.  L’Ercole  saltò  in  aria  e  seppellì,

                insieme  all’autore  di  Memorie  di  un  ottuagenario,  le  prove  di
                furti e appropriazioni indebite, e così la nascitura Italia ebbe uno

                scrittore in meno e qualche delinquente impunito in più.
                    Nel  tripudio  generale  questi  aspetti  oscuri  passarono  in

                secondo piano, anzi, in molti casi non furono nemmeno notati.
                Garibaldi  fu  letteralmente  deificato,  anche  massonicamente.

                Seppure  iniziato  da  ormai  molti  anni,  era  sempre  rimasto
                apprendista:  una  situazione  inaccettabile  cui  posero  subito

                rimedio  i  Fratelli  siciliani  che,  in  breve  tempo,  elevarono  il

                generale  al  33°  grado,  nominandolo  poi  Sovrano  Gran
                Commendatore Gran Maestro a vita dell’Ordine Massonico di
                Rito Scozzese Antico e Accettato.

                    Garibaldi,  abituato  a  comandare,  approfittò  subito  del  suo

                ruolo  per  spronare  i  Fratelli  a  nuove  imprese,  in  primis  la
                liberazione  di  Roma.  Numerosi  sono  i  documenti  che  lo

                attestano, fra i quali una “balaustra” datata Palermo, 28 luglio
                1862, dove si legge: «Tutti gli uomini che hanno cuore italiano

                devono con tutti i mezzi concorrere al compimento di questo
                sublime  pensiero.  Stupido  e  scellerato  colui  che  non  corre  in

                difesa della propria madre. I nostri cari Fratelli devono sapere
                che la causa dell’Italia è la causa di tutte le nazionalità […] è la

                causa dell’Umanità. Quindi i nostri Fratelli e come cittadini, e
                come  Massoni,  devono  cooperarsi  a  che  Roma  divenga  degli

                Italiani, e la capitale di grande e possente nazione».

                    Il  documento  si  concludeva  con  un  richiamo  al  dovere  di
                segretezza:  «[…]  e  poiché  il  segreto  è  l’anima  di  tutte  le
                importanti fazioni, così voi, Venerabile Maestro, comunicherete

                la  presente  in  Famiglia  e  senza  visitatori,  raccomandando  ai

                Fratelli  il  silenzio  per  il  mantenimento  del  quale  hanno  […]
                giurato».

                    Diventato  “fervido  massone”,  Garibaldi  iniziò  a  lavorare
                anche per unificare la massoneria italiana, un’impresa assai più





                                                           76
   71   72   73   74   75   76   77   78   79   80   81