Page 73 - La Massoneria Rivelata
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affermando  che  la  sua  supposizione  poteva  essere  infondata,
                tanto che i Ravaglia il 7 settembre furono prosciolti.

                    Ciò malgrado il mito perdurò: il 9 settembre 1850 il brigante

                Stefano  Pelloni,  detto  il  Passatore,  si  presentò  alla  fattoria
                Guiccioli e, spianando le pistole, impose la consegna del tesoro

                di  Anita,  o  forse  di  quello  della  Repubblica  Romana  che  si
                diceva ammontasse a dieci milioni di lire. Alla fine il Passatore

                un tesoro lo trovò, ma nella tangente di 1434 scellini estorta ai
                Ravaglia.

                    Incurante  delle  calunnie,  Garibaldi  si  rifugiò  in  America.
                Anche  qui  ebbe  contatti  con  i  massoni  italiani,  fra  i  quali

                Antonio  Meucci  che  lo  assunse  nella  sua  fabbrica  di  candele,
                tant’è  vero  che  è  più  volte  ricordato  nei  verbali  della  loggia

                Tompkins  di  Stapleton,  nello  Stato  di  New  York,  dove  ancora

                oggi  vi  è  un’officina  che  porta  il  suo  nome.  Durante  l’esilio  i
                Fratelli non l’abbandonarono mai e, grazie a loro, gli fu affidato
                il  comando  del  brigantino  Carmen,  una  nave  commerciale

                assegnata  alla  rotta  fra  il  Perù  e  le  Filippine,  che  trasportava

                guano nel viaggio d’andata e cineserie in quello di ritorno.
                    Qualche  decennio  dopo  si  diffuse  però  la  notizia  che

                Garibaldi  avesse  commerciato  schiavi.  La  diceria  ebbe  origine
                dalle memorie di Pietro Denegri, armatore del brigantino, che

                nel  1882  affermò  che,  al  ritorno  dalle  Filippine,  dal  Carmen
                sbarcarono  numerosi  cinesi  ben  nutriti  e  in  buona  salute.

                Secondo  Alfonso  Scirocco,  biografo  di  Garibaldi,  sul  legno

                erano  stivate  solo  cineserie  e  sete,  ma  ciò  non  toglie  che  vi
                potessero essere anche dei lavoratori cinesi; da qui ad affermare
                che  si  trattasse  di  schiavi  vi  è,  evidentemente,  una  enorme

                differenza.

                    Comunque,  questa  è  la  storia  di  Garibaldi:  parafrasando  il
                Manzoni,  si  può  affermare  che  egli  sia  sempre  stato  oggetto

                d’infinito  amore  e  d’inestinguibile  odio.  Vi  è  chi  ha  dubitato
                delle sue imprese, anche di quella più celebre, la Spedizione dei





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