Page 77 - La Massoneria Rivelata
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ardua di quella dei Mille.
                    Questa,  infatti,  si  trovava  divisa  in  vari  organismi,  diversi,

                quando  non  opposti,  per  indirizzo  politico  e  sistema  rituale.

                Con  l’intento  di  cercare  un  minimo  comun  denominatore  e
                imboccare  la  difficile  via  dell’unione,  i  rappresentanti  di

                quarantadue logge si incontrarono a Firenze dal 1 al 6 agosto
                1863:  si  trattava  della  prima  “costituente”  massonica  dopo  le

                assemblee di Torino del 1861 e del 1862. Furono ospitati dalla
                loggia  fiorentina  Concordia,  nella  quale  militavano  i  più  bei

                nomi della democrazia toscana.
                    I risultati finali furono però deludenti: ci si limitò a deliberare

                la nascita di una commissione di cinque membri con il compito
                di continuare a lavorare per l’unificazione.

                    Questo  organismo  comprese  subito  che  solo  mettendo  un

                personaggio di primo piano a capo della Comunione si poteva
                giungere all’unificazione. Fu così che Giuseppe Dolfi e gli altri
                Fratelli si recarono a Caprera per proporre a Garibaldi la carica

                di Gran Maestro della massoneria nazionale. Il Generale accettò

                con entusiasmo. A questo punto il più era fatto: di fronte a quel
                nome  la  leadership  del  Grande  Oriente  di  Torino  rassegnò  le

                dimissioni  ritirandosi  in  buon  ordine,  mentre  la  giunta
                fiorentina,  con  una  circolare  diramata  a  tutte  le  logge,

                convocava una nuova costituente per il 21 maggio 1864.
                    All’appuntamento  accorsero  settantadue  logge  che,  sotto  la

                presidenza  di  Francesco  De  Luca,  proclamarono  Giuseppe
                Garibaldi Gran Maestro. L’Eroe accolse la notizia con favore e

                nominò  Mordini  suo  rappresentante  nella  capitale  del  Regno,
                che allora era Torino: «Fratelli, eleggo a mio rappresentante nel

                Gran  Consiglio  della  Massoneria  italiana,  che  va  a  stabilirsi

                all’Oriente  di  Torino,  il  degno  Fratello  Antonio  Mordini.  La
                concordia è la sola strada per ottenere l’Unità. Piacciavi gradire

                un  triplice  fraterno  amplesso.  Dal  vostro  Gran  Maestro
                Giuseppe Garibaldi 33».





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